Vedi THERA dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
ΤHERA (v. vol. Vil, p. 821 e S 1970, p. 840)
Nel trascorso ventennio le ricerche condotte ad Akrotiri hanno portato alla scoperta di un considerevole numero di edifici, di un'enorme quantità di reperti e di alcune importanti pitture murali. L'analisi dei dati archeologici consente attualmente di ricostruire con maggiore precisione il quadro della società preistorica.
Ad Akrotiri è stata osservata la presenza di tre differenti categorie viarie distinte in: arterie principali, passaggi angusti, vicoli strettissimi senza uscita. Le prime, larghe 2-3 m, attraversavano l'insediamento da N a S e da E a O. Erano percorsi di grande traffico e assicuravano un'agevole circolazione di uomini e di animali da soma, facilitando il movimento di merci all'interno della città; per tale ragione su queste vie si aprivano sempre anche gli accessi agli edifici. Al di sotto del piano stradale con acciottolato correva il condotto principale del sistema di drenaggio o fognario. In varî punti di queste due strade principali vennero create larghe piazze. Il secondo tipo di via serviva probabilmente a facilitare il movimento delle persone e rispondeva alle esigenze di drenaggio, illuminazione e aerazione degli edifici. L'ultima categoria viaria, per le ridotte dimensioni (larghezza 0,50-0,80 m), sembra aver avuto l'unico ruolo di servire per il sistema di drenaggio. Per quanto riguarda la progettazione architettonica, le tecniche e i materiali da costruzione confermano le caratteristiche cicladiche della città preistorica, pur con evidenti influssi cretesi.
La standardizzazione tipica di certi reperti, la loro produzione in grandi quantità, come pure il notevole bagaglio di conoscenze tecniche richiesto per alcuni di questi, ci porta a concludere che la specializzazione artigianale era fortemente sviluppata nella società di Akrotiri, fatto che implica anche una specifica divisione del lavoro. È facilmente riconoscibile la presenza di carpentieri, muratori, maestri d'ascia, vasai, fabbri, tessitori, mercanti e mariani, evidentemente non coinvolti nella produzione primaria. Non vanno esclusi da questi gruppi di artigiani specializzati gli artisti che decorarono gli edifici - pubblici e privati - con le eccezionali pitture murali rinvenute in abbondanza ad Akrotiri. La ricchezza di questi complessi pittorici rivela l'alto livello culturale e conferma la prosperità economica di questo centro. Le pitture costituiscono una fonte inesauribile di informazioni sull'ambiente (flora, fauna, paesaggio), sulle attività economiche, sociali, religiose e di altro genere degli abitanti di Th. nella preistoria, come pure sul loro abbigliamento, sulle acconciature e i gioielli in voga. In esse sono anche riflesse relazioni esterne dell'isola attraverso la raffigurazione naturalistica di paesaggi e creature esotici. Un ciclo di pitture da un edificio probabilmente di uso pubblico o civico (Xestè 3) presenta molto probabilmente scene di riti di iniziazione di giovinetti e giovinette nell'età della pubertà. Si tratta delle pitture murali delle «raccoglitrici di croco», dei «giovinetti nudi», delle «adoranti», dall’àdyton della Xestè 3. Da queste raffigurazioni si può forse spiegare il colore blu, impiegato nelle pitture di Akrotiri per le teste di figure giovanili («giovani sacerdotesse», «giovani pescatori», «fanciulli pugilatori», ecc.). Il blu era usato per indicare i capelli tagliati o rasati in alcune parti delle teste dei fanciulli, verosimilmente in rapporto al grado raggiunto da ciascuno nel rito di passaggio. Ferme restando le ben visibili affinità con l'arte cretese, le pitture di Th. sono contrassegnate, grazie alla vitalità della loro esecuzione, da libertà di disegno e varietà di soggetti, indizi del fatto che gli artisti locali non erano condizionati dalle convenzioni dell'arte palaziale minoica.
La trasformazione di Akrotiri in centro urbano è dovuta principalmente a uno sviluppo graduale, nel corso del secondo millennio a.C., dell'originario villaggio del Neolitico Tardo in un porto commerciale di primo piano. L'esistenza di un'ampia baia naturale, attualmente ricoperta da un mantello di scorie vulcaniche, fece di Akrotiri un eccezionale punto di scalo sulle rotte tra Creta e le altre isole, la Grecia continentale e l'Asia Minore. L'esperienza marinara degli isolani delle Cicladi - per la quale esiste documentazione archeologica dall'VIII millennio, relativa all'estrazione e al commercio dell'ossidiana di Milo - offrì alla Creta minoica l'opportunità di costituire relazioni commerciali internazionali, basate sullo scambio del suo surplus agricolo con prodotti esotici. Gli isolani delle Cicladi divennero pertanto i più esperti marinai dell'Egeo preistorico, offrendo i loro servigi in cambio di beni materiali. La città di Akrotiri con i suoi rinvenimenti è forse la prova migliore di queste attività di commercio. L'eccezionale ricchezza, rispecchiata nelle eleganti residenze, nelle pitture murali e nei rinvenimenti può spiegarsi in maniera soddisfacente solo riconoscendo ad Akrotiri il ruolo di centro primario di commercio marittimo internazionale: oltre la metà dei pesi in piombo e circa la metà delle più antiche anfore a staffa (il più comune contenitore per il trasporto di vino e olio) finora rinvenuti nell'intera area egea, provengono da Akrotiri e indicano in quali mani si trovassero, in quel momento, il commercio e i trasporti marittimi. Trovamenti da Creta e dalla Grecia continentale, dall'Egitto e dalla costa siro-palestinese confermano il carattere internazionale di queste attività commerciali.
Il fatto che l'economia della città preistorica di Akrotiri fosse basata sull'attività di intermediari sembrerebbe aver impedito la concentrazione di ricchezza da parte di un numero ristretto di persone, come nel caso di aree con larga sovrapproduzione agricola (Creta, Beozia, Argolide, Messenia, ecc.). La natura dell'economia di Th. non aveva dunque in sé le premesse per la concentrazione del potere nelle mani di pochi ed è per questo motivo che non si prevede di trovare ad Akrotiri un edificio di tipo palaziale. Sembra piuttosto che, fin dai tempi più antichi, la società di Akrotiri, costituita da mercanti e marinai, abbia sviluppato e sperimentato un sistema di governo collettivo, paragonabile a quello delle antiche città marinare della Grecia storica (p.es., tra le altre, Calcide, Eretria, Corinto, Atene).
Bibl.: S. Marinatos, Excavations at Thera, I-VII, Atene 1968-1976; Ch. Doumas (ed.), Thera and the Aegean World. Proceedings of the Second International Congress, Santorini 1978, Londra 1980; L. Morgan, The Miniature Wall Paintings of Thera, Cambridge 1988; C. Palyvou, Υλικά και τροποι δόμησης στον υστεροκυκλαδικο οικισμο του Ακρωτηρίου, in Ακρωτήρι Θήρας. Είκοσι χρονιά ερευνάς, 1967-1987, Atene 1992, pp. 35-41 ; C. Televantou, Θηραικες τοιχογραφιες. Οι Ζωγραφοιibid., pp. 57-66; D. Α. Hardy (ed.), Thera and the Aegean World. Proceedings of the Third International Congress, Santorini 1989, Londra 1990; Ch. Doumas, The Wall Paintings of Thera, Atene 1992.