EDISON, Thomas Alva
Inventore, nato l'11 febbraio 1847 a Milan nell'Ohio (Stati Uniti) da Samuele e Nancy Elliott, morto a West Orange (New Jersey) il 18 ottobre 1931. Uomo di grande vigoria fisica e morale, ereditò dal ramo paterno questi suoi caratteri: il padre infatti morì nonagenario e il nonno e il bisnonno dopo i cento anni. I.'E. frequentò la scuola pubblica solo per tre mesi, per essere in seguito educato dalla madre. Poco più che undicenne impiantò un piccolo laboratorio chimico nella cantina della casa paterna. Allo scoppio della guerra di secessione (1861), E. ottenne la licenza di vendere giornali, tabacco e dolci sui treni della ferrovia Port Huron-Detroit e in un piccolo scompartimento a lui riservato poté impiantare una modesta stamperia per un settimanale (The Weekly Herald) che egli stesso redigeva, stampava e vendeva. Frattanto prendeva sempre maggiore interesse a questioni meccaniche e giunse perfino a costruire un piccolo apparecchio telegrafico. Nel 1863 fu assunto come telegrafista dalla Grand Trunk Railway per la stazione di Stratford J, unction (Canada): vi rimase poco tempo per passare poi alla Western Union Telegraph Company, trasferendosi ad Adrian (Michigan), Indianapolis, Memphis, Louisville e quindi a Boston. Frattanto studiava le opere di Faraday e sperimentava continuamente.
Nel 1868 (già affetto da quella sordità che tanta influenza ebbe sulla sua vita) prese il suo primo brevetto per un apparecchio destinato a registrare i voti parlamentari: ma l'apparecchio non ebbe fortuna. Un poco più fortunato fu uno stock ticker, apparecchio trasmettitore delle quotazioni di borsa, da lui impiantato a Boston. Qualche tempo dopo costruì un telegrafo duplex e lasciato, per provarlo, il suo impiego presso la Western Union Telegraph Co., finì per trovarsi a New York senz'altra risorsa che un dollaro che gli era stato prestato. Assunto provvidenzialmente in qualità di capo meccanico dalla Gold Indicator Co. di New York, che esercitava il più antico servizio di stock tickers, portò allo stock ticker varî perfezionamenti che furono poi acquistati dalla Gold e Stock Telegraph Co. per 40.000 dollari.
Con questa somma fu in grado d'impiantare a Newark (New Jersey) un'officina per la fabbricazione di tickers. Frattanto perfezionava il telegrafo automatico, inventato da Giorgio Little, andando a sperimentarlo egli stesso in Inghilterra (1879) e inventava il telegrafo quadruplex, il cui brevetto vendette per 30.000 dollari a Jay Gould. La storia di queste invenzioni è mescolata a quella delle manovre con le quali il Gould acquistò il dominio della Western Union, riuscendo ad appropriarsi senza spesa anche della società che gestiva i telegrafi automatici dell'E. Il quale frattanto inventava il mimeografo e aiutava lo Sholes a costruire la sua macchina da scrivere (v. dattilografiche, macchine). Nel 1875 E. scoprì - ma senza intuirne l'importanza e attribuendoli a una "forza eterea" - certi fenomeni elettrici che si manifestavano in un circuito aperto e che dodici anni dopo dovevano essere riscoperti e meglio spiegati da H. Hertz (v. elettrotecnica).
Nel 1876, su richiesta della Western Union, E. rese pratico il telefono, brevettato nel marzo di quello stesso anno da Alexander Graham Bell, inventando il microfono a carbone. La società gli pagò 100.000 dollari per l'invenzione. Poco dopo E. cedette alla Western Union, e per ugual somma, anche il brevetto dell'elettromotografo, e più tardi guadagnò 30.000 sterline vendendo in Inghilterra il brevetto del telefono altoparlante.
Nello stesso anno 1876 E. si trasferì da Newark a Menlo Park (New Jersey). L'anno dopo inventò e costrui il fonografo (v. gram. mofono) che perfezionò però 10 anni dopo. Mentre lavorava intorno al fonografo, F. si propose di creare un sistema d'illuminazione elettrica che, a differenza di quello con lampade ad arco, potesse sostituire l'illuminazione a gas, anche con lampade di piccola intensità e luce non abbagliante.
Dal settembre alla fine del 1877 egli sperimentò con lampade a filamento di carta carbonizzata e portato all'incandescenza nel vuoto, ma non poté far durare le lampade per più di 10 o 15 minuti, per l'impossibilità di spingere il vuoto. Dopo la scoperta del fonografo riprese le ricerche sperimentando con filamenti di rutenio, cromo, platino e iridio e nell'apiile 1879 poté ottenere una lampada completamente di vetro a filamento di platino, in cui si faceva il vuoto all'atto in cui passava pel filamento la corrente. Perfezionò quindi le pompe a vuoto, ottenendone una, nell'ottobre 1879, capace di fare un vuoto di 1 milionesimo di atmosfera. Il 21 ottobre 1879 finalmente, con filamento di cotone da cucire carbonizzato, ottenne una lampada che poteva dar luce per più di 40 ore. E. seguitò a lavorare per ottenere filamento di carbone migliore, sperimentò con le più diverse materie prime, dalla carta alla celluloide e al nero fumo: provò poi materie vegetali, provenienti da 6000 specie diverse; finalmente, nei primi mesi del 1880, trovò nel bambù la migliore materia prima (v. lampada).
Nel 1881 si tenne a Parigi la prima esposizione di elettricità ed E. vi espose un completo impianto d'illuminazione a incandescenza, comprendente la più grande dinamo costruita fino allora, e corredato di tutti gli apparecchi accessorî. Ebbe grande successo e dal 1882 numerose società, che presero il nome da lui, fra cui una italiana presieduta dall'ing. G. Colombo installavano il nuovo sistema in America e in Europa (v. elettrotecnica). Siccome agli inizî le lampade a incandescenza costavano alla Edison Electric Light Co. 1,25 dollari l'una, E. si offrì di fabbricarle per 0,40 e impiantò una fabbrica a Harrison nel New Jersey. Il primo anno egli produsse da 20 a 30.000 lampade, che gli costarono doll. 1, 10 ciascuna. L'anno seguente la produzione aumentò e il prezzo scese a 0,70. Il terzo anno E. portò il costo a mezzo dollaro; ma le vendite erano ancora aumentate. Il quarto anno il prezzo scese a 37 cent. di dollaro, e i profitti coprirono le perdite degli anni precedenti. Finalmente le vendite salirono a qualche milione all'anno mentre il prezzo scendeva a 22 cent. di dollaro, e allora i finanzieri della società preferirono comprare la fabbrica.
Nel 1880 E. impiantò una piccola ferrovia elettrica e, con l'appoggio finanziario di H. Villard, nel 1883 organizzò la Electric Railway Company of America con 2 milioni di dollari di capirale per sviluppare le invenzioni di Edison e quelle di Stephen D. Field (sistema di trasmissione della corrente a filo aereo e trolley). Nel 1883 studiò quello che fu poi chiamato efletto Edison, e che rese possibile la fabbricazione delle valvole termoioniche. Nel 1887 E. tornò a lavorare al fonografo riuscendo, in tre anni, a trasformarlo da giocattolo scientifico in un apparecchio pratico. Nello stesso anno ebbe l'idea, ispiratagli dallo zoetropio di W.G. Horner e dalle esperienze di E. Muybridge ed E. Marey, di creare un apparecchio capace di fare per la vista quello che il fonografo faceva per l'udito. Utilizzò a questo fine la pellicola fotografica preparata da G. Eastman e nel 1889 riuscì a costruire il cinetoscopio (v. cinematografo).
Dal 1890 al 1900 E. impegnò in un'impresa mineraria tutto il capitale e il credito di cui poteva disporre. La scoperta di giacimenti di ferro ad alto tenore nel Michigan aveva messo in difficoltà l'industria siderurgica degli Stati Uniti orientali, costretta a usare minerale più caro. Un'esplorazione magnetometrica fatta compiere da E. dal basso Canada alla Carolina del Nord, gli provò l'esistenza di enormi giacimenti di magnetite. Egli poté comprare nel New Jersey terreni che contenevano tanto minerale da bastare per settant'anni agli S.U., col consumo di allora. Il minerale conteneva, però, meno del 25% di ossido di ferro, sicché occorreva non solo estrarlo, ma anche concentrarlo e brichettarlo (v. ferro). E. applicò il metodo della separazione magnetica e si propose di ridurre i costi sostituendo la mano d'opera con giganteschi impianti meccanici da lui stesso ideati e disegnati. Notevoli fra essi i frantoi a rulli giganti, una gru a ponte pure gigante, gli essiccatoi a torre, i vagli, i separatori magnetici, i trasportatori a nastro, che poi trovarono larghissima applicazione nell'industria, al pari di alcune altre macchine disegnate. E. riuscì ad ottenere brichette al 91-93% di ossido di ferro, che diedero ottimi risultati all'alto forno. Ma frattanto la scoperta d'immensi ed economicissimi giacimenti del Mesabi Range fece scendere il prezzo del minerale di quel tenore da 6,50 dollari per tonn., a 3,50: così al successo tecnico seguì il crollo finanziario dell'impresa ed E., completamente rovinato si vide costretto ad abbandonarla. Senza perdersi d'animo, utilizzò immediatamente l'esperienza acquistata nel trattamento dei minerali impiantando una fabbrica di cemento che ebbe fortuna, al pari della nuova sua fabbrica di grammofoni.
Nel 1900 E. iniziò pure un lavoro lungo e pazientissimo - sebbene meno fortunato - intorno all'accumulatore leggero che porta il suo nome. Dopo il 1900, intorno alla fabbrica di grammofoni e al laboratorio di ricerche di Orange nel New Jersey E. creò un gruppo di stabilimenti industriali che ha assunto notevole importanza. Lavorò pure alla ricerca e alla selezione di una nuova pianta da gomma, che potesse esser coltivata agli Stati Uniti e raccolta e trattata economicamente con mezzi meccanici. Si occupò infine di molti altri problemi di carattere sussidiario: di fotografia, di tessuti impermeabili, di segnalazioni ferroviarie, di costruzione di case in cemento colato. I brevetti presi da E. sommano a oltre un migliaio.
E. cominciò a lavorare quando l'epoca delle invenzioni facili era chiusa e rimanevano quelle che possono essere rese pratiche soltanto con lunghissimo e paziente lavoro. La sua straordinaria resistenza alla fatica gli permise dapprima di ottenere buoni risultati lavorando da solo: in seguito egli ebbe la rara abilità di organizzare e mantenere attivo per diecine di anni uno di quei laboratorî, nei quali le invenzioni sono un prodotto collettivo del lavoro di molti uomini; il cosiddetto team work. In un simile laboratorio dove ciascuno apporta il proprio contributo a invenzioni che poi vanno soltanto sotto il nome del capo, è molto difficile mantenere la disciplina: l'averlo tenuto in efficienza cosi a lungo è prova, tra le altre, delle straordinarie doti personali del grande inventore.
Bibl.: F. L. Dyer e T. C. Martin, E., his life and inventions, New York 1910; A. F. Bryan, Edison, trad. it., Bologna [1928].