Carlyle, Thomas
Saggista e storico inglese (Ecclefechan, Dumfriesshire, 1795 - Londra 1881). Di umili origini, si dedicò allo studio della letteratura tedesca (Life of Schiller, nel London Magazine, 1823-24, in vol. 1825; trad. del Wilhelm Meister di Goethe, 3 voll., 1824) e nel 1827 entrò in rapporti epistolari con Goethe. Stabilitosi a Londra, pubblicò, nel 1838, Sartor Resartus, già apparso in America, cui non è estranea l’influenza di Jean-Paul Richter e E. Irving. L’idea della History of the French revolution (1837; trad. it. Storia della Rivoluzione francese) – dove la rivoluzione è concepita come giustizia di Dio, e al nesso storico tra gli eventi sono sostituite prospettive mistiche – derivò a C. da conversazioni con J. S. Mill, che lo incoraggiò a intraprendere l’opera poi tradotta in America grazie a Emerson, che C. aveva conosciuto nel 1833. La sua visione della storia in funzione dei problemi presenti trovò espressione in Chartism (1839; trad. it. Cartismo) e in Past and present (1843; trad. it. Passato e presente). Il problema del suo tempo fu per lui di natura non economica ma spirituale: la creazione di un ordine sociale che poteva essere solo opera del genio. Critico del liberalismo, della democrazia e del regime parlamentare, concepì la società come un ordine gerarchico instaurato dall’alto. La storia, per C., è il frutto dell’azione delle grandi personalità, degli eroi. Da tale concezione derivarono alcune sue celebri opere, come On heroes, hero worship and the heroic in history (1841; trad. it. Gli eroi, il mito degli eroi e l’eroismo nella storia), Oliver Cromwell’s letters and speeches (1845) e The history of Frederick II of Prussia called Frederick the Great (1858-65; trad. it. Storia di Federico il Grande), sul quale lavorò 14 anni. Uno dei libri letterariamente più validi di C. è Life of Sterling (1851), una commossa rivalutazione della figura dell’amico. Tra il 1866-68 completò la maggior parte delle Reminiscences (post.1881). All’intellettualismo imperante contrappose una concezione romantica della vita come perenne creazione spirituale; alla morale utilitaria predominante un’austera morale individualistica.