GAINSBOROUGH, Thomas
Pittore, nato a Sudbury (Suffolk) nel maggio 1727, morto a Londra il 2 agosto 1788. A 14 anni fu mandato a Londra per imparare i rudimenti dell'arte con Hubert Gravelot e più tardi con Francis Hayman. Sposata (1746) Margaret Burr, ritornò a Suffolk e verso il 1752 si trasferì a Ipswich dove ebbe protettore Philip Thicknesse, luogotenente governatore del forte Languard, presso Ipswich. Nel 1759 si trasferì a Bath, dove rimase fino al 1774, diventando presto il pittore alla moda di quell'elegante stazione balneare. Colà conobbe per la prima volta opere di maestri antichi, specialmente del Rubens e del Van Dyck, il quale ebbe una profonda influenza sulla sua arte. Fondata la Royal Academy nel 1768, fu eletto fra i primi 36 membri; prese parte alle esposizioni del 1769, 1770, 1771 e 1772. Nel 1774, venuto in dissidio col Thicknesse, si trasferì a Londra. Nel 1775 pare abbia dipinto i ritratti del duca e della duchessa di Gloucester; nel 1781 espose i ritratti, in figura intera, del re e della regina, e nel 1782 eseguì quindici ritratti dei membri della famiglia reale. Già nel 1773 erano sorti dissapori tra il G. e la Royal Academy e per quattro anni egli non partecipò alle sue esposizioni, dove ricomparì con i suoi lavori dal 1777 al 1782, finché le abbandonò del tutto. Cominciò a tenere esposizioni nella propria casa nel 1784. Appassionato della musica, il G. fu aristocratico per temperamento e pittore prediletto della nobiltà inglese.
L'opera sua può essere divisa in tre periodi, corrispondenti ai suoi soggiorni a Suffolk, a Bath e a Londra. I suoi lavori sono di due generi: ritratti e paesaggi, fra i quali formano un collegamento i "Conversation Pieces". Pitture a soggetto, come il quadro non finito Diana e Atteone (a Windsor), sono rarissime. I suoi primi lavori del periodo di Suffolk, come i ritratti di Joshua Kirby e della moglie nella National Portrait Gallery e i ritratti non finiti delle sue figlie nella National Gallery (circa 1755) e nel Victoria and Albert Museum, lo mostrano partecipe della tradizione di Godfrey Kneller continuata da W. Hogarth e da F. Hayman: i visi vi sono modellati solidamente, ma certe audacie nel colorire e nel comporre denotano già il suo genio. I paesaggi (la veduta perduta del forte Landguard, una grande veduta di una strada che valica un corso d'acqua, di proprietà di A. M. Grenfell, e Il bosco di Cornard nel Suffolk nella National Gallery, 1752) lo mostrano derivato dagli Olandesi, specialmente da J. Wynants e dal Ruysdael. Tipiche Conversation Pieces - paesaggi con ritratti - sono Heneage Lloyd e sua sorella nel Fitzwilliam Museum a Cambridge e Mr. e Mrs. Brown di Trent Hall, proprietà di sir P. Sassoon.
Nel periodo di Bath, il G. raggiunse la sua piena maturità. I suoi quadri ricordano la grazia aristocratica dei ritratti di Van Dyck, e insieme hanno una leggerezza briosa alla Fragonard. Capolavori caratteristici di questo periodo sono: i ritratti di Elisabetta e di Maria Linley (1772?) e di Samuele Linley nella Galleria di Dulwich, il Sagrestano nella Tate Gallery, il ritratto a figura intera di David Garrick nella Town Hall, a Stratford-on-Avon, il ritratto di Mrs. Graham nella National Gallery di Edimburgo, e il celebre Ragazzo Azzurro (Blue Boy) nella coll. Huntington di California. Fra i paesaggi di questo periodo il più celebre è il Carro del Mercato, nella National Gallery.
I dipinti del periodo londinese differiscono dai precedenti solo nella loro maggiore fluidità coloristica. In alcuni casi però, come nella Famiglia Baillie della National Gallery si nota un leggero peggioramento. Mrs. Siddons nella National Gallery, Musidora bathing her feet nella Tate Gallery, Mrs. Robinson (Perdita) nella collezione Wallace, Mrs. Moody e i suoi bambini a Dulwich, Il duca e la duchessa di Cumberland in Kew Gardens, un ovale a Windsor, Il passeggio pubblico (The Mall) nella collezione Frick in America e L'Abbeveratoio (The Watering Place) nella Tate Gallery, sono tra i lavori più noti di quel periodo.
I migliori ritratti del G. mostrano una straordinaria facilità di composizione e agilità di tocco; e pare che fossero rassomigliantissimi. Ogni quadro per il G. era occasione a una fresca improvvisazione, e l'esecuzione brillante e la facile padronanza artistica di rado degeneravano in manierismo. I suoi colori, in contrasto coi toni opachi usati dal suo rivale Reynolds, sono chiari e scintillanti, e, nonostante l'impasto sottilissimo, di profondità sorprendenti. Le sue pennellate caratteristiche, brevi, poste in senso diagonale erano un mezzo di possibilità artistica illimitata. Il genio di G. non può essere considerato come tipicamente inglese; vi sono in lui la grazia un po' femminile e le qualità liriche di artisti come Van Dyck, Watteau e Fragonard.
(V. tavv. LI e LII).
Bibl.: Ph. Thicknesse, A Sketch of the Life and Paintings by G., Londra 1788; G. W. Fulcher, Life of F., Londra 1856; W. Armstrong, G. and his Place in English Art, Londra 1898; W. T. Whitley, Th. G., Londra 1915; G. Pauli, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920 (con ampia bibl.). Vedi inoltre: L. Cust, in The Burl. Mag., XXXII (1918), pp. 127-28; M. W. Brockwell, in Art in America, VII (1919), pp. 116-21, 164-70, 235-40; W. Roberts, ibid., X (1922), pp. 23-26, 109-16, 274-76; H. Leporini, G., Vienna-Lipsia 1925; Bicentenary Memorial Exhibition of Thomas Gainsborough, R.A., Catalogo, Ipswich-Londra 1927; W. Heil, Die Gainsborough-Ausstellung in Cincinnati, in Pantheon, VIII (1931), pp. 378-84.