MORGAN, Thomas Hunt
Biologo americano, nato a Lexington nel Kentucky il 25 settembre 1866. È direttore dal 1928 dei Laboratorî William G. Kerckhoff di scienze biologiche del California Institute of Technology in Pasadena (California). Seguì i suoi studî allo State College del Kentucky, dove si diplomò nel 1886, laureandosi poi in scienze naturali nel 1890 presso la Johns Hopkins University. Fu assistente prima (1891) e professore poi, di biologia al Bryn-Mawr College dal 1894 al 1904 e quindi dal 1904 al 1928 professore di zoologia sperimentale alla Columbia University in New York. Passò, per chiamata, nel 1928 agl'Istituti di Pasadena. È presidente della National Academy of Sciences, dell'American Society of Naturalists, dell'Am. Soc. of Experimental Biology and Medicine, ecc. Dottore honoris causa di varie università americane e straniere, è socio straniero della R. Accademia dei Lincei, della Royal Society e della Linnean Society di Londra. Gli è stato conferito il premio Nobel per la medicina (1933).
L'opera del M. nei campi più varî della biologia deve essere considerata sia per qualità e mole, sia per l'originalità degli argomenti trattati, come una delle più vaste e complesse. Con W. Roux, E. Pflüger e H. Driesch il M. resta fra i pionieri dell'embriologia sperimentale, alla quale egli, con le sue ricerche sulla polarità dell'uovo negli Anfibî, negli Echinodermi, nei Molluschi, sulla potenza dei blastomeri, sulla merogonia, ecc., portò contributi fondamentali che aprirono nuovi capitoli della scienza dello sviluppo.
La zoologia e la morfologia sperimentale ebbero nel M., non soltanto un seguace dei più moderni indirizzi, ma uno dei maggiori ideatori e stimolatori di nuove indagini: tali quelle assai note sulla rigenerazione dei Protozoi, dei Celenterati, delle Planarie, degli Anellidi, ecc., i cui dati sperimentali, elaborati in una felice sintesi, gli permisero di formulare una teoria, che porta il suo nome, della "polarità organica" nei fenomeni della rigenerazione, teoria che sta ancora oggi alla base delle più moderne interpretazioni dei fenomeni stessi (v. rigenerazione).
Alla Columbia University con un'ininterrotta serie di studî sull'eredità e sul meccanismo dei fenomeni ereditarî che condusse con una larghissima sperimentazione su un moscerino del mosto, la Drosophila, veniva a gettare le basi di una complessa teoria dei geni o fattori dei caratteri ereditarî come unità contenute nei cromosomi, mettendo in luce, per la prima volta sulla base di fatti concreti, il nesso fra eredità e cromosomi (v. genetica; eredità). A queste ricerche, che sono tuttora attive e feconde, il M. iniziò una numerosa schiera di allievi che collaborarono e collaborano con lui, quali C. Bridge, A. H. Sturtevant, H. J. Muller, C. Stern, H. Nachtsheim, ecc., portando a conoscenza un'imponente messe di fatti nuovi sulla trasmissione dei caratteri ereditarî, sulla natura dei geni, sulla loro distribuzione, sul loro comportamento nell'eredità normale, nelle mutazioni, nell'eredità del sesso e nella determinazione di questo, dimostrando altresì chiaramente come la cosiddetta eredità citoplasmatica possa essere cromosomica e mendeliana. Il complesso di questi problemi fornisce l'argomento della moderna genetica (v.) che, come analisi sperimentale dei fenomeni ereditarî, sulla base cromosomica, si deve dire sorta con il Morgan.
Opere principali: The development of the Frog's egg (1897); Regeneration (1901); Evolution and Adaptation (1903); Experimental Zoology (1907); Heredity and Sex (1913), Mechanism of Mendelian Heredity (1915), Critique of the Theory of Evolution (1916); The Physical Bases of Heredity (1919); The Theory of the Gene (1926); Experimental Embryology (1927). Confrontare pure la v. genetica, in Enciclopedia italiana, XVI, p. 509 segg.