MANN, Thomas (XXII, p. 134)
Scrittore tedesco; privato della cittadinanza tedesca nel 1936, quando già da tre anni viveva in Svizzera, si trasferì nel 1938 negli Stati Uniti d'America, ove vive tuttora, avendone assunta la cittadinanza.
Negli anni dell'esilio si impegnò a fondo - con la penna e con la parola (ricordiamo le sue trasmissioni alla radio americana durante la guerra) nella lotta contro il nazionalsocialismo, ben lontano ormai dalle esagerazioni nazionalistiche e dalle dichiarazioni di apoliticità degli anni intorno alla prima Guerra mondiale. Questo suo "umanesimo militante" contribuì ad un approfondimento del suo pensiero e della sua narrativa, che si avvicina sempre più ad un ideale goethiano.
Per far vedere come a opere più dichiaratamente polemiche egli alterni saggi di critica storica e letteraria e racconti e romanzi, basterà citare in ordine cronologico parte della sua vasta produzione degli ultimi anni: Leid und Grösse der Meister, 1935; Bekenntnisse des Hochstaplers Felix Krull, 1937; Freud und die zukunft, 1937; Dieser Friede, 1938; Achtung Europa, 1938; Vom zukünftigen Sieg der Demokratie, 1938; Schopenhauer, 1938; Lotte in Weimar, 1939; Das Problem der Freiheit, 1939; Die vertrauten Köpfe, 1940; Denken und Leben, 1941; Das Gesetz, 1941; Adel des Geistes, 1942. Queste opere sono state pubblicate a Stoccolma, dove è stato edito (1947) anche il suo ultimo romanzo Doktor Faustus, denso di pensiero e lento nello svolgimento, che va considerato come un punto di arrivo e giustifica la fama che fa di Thomas Mann uno dei maggiori rappresentanti della moderna letteratura tedesca.
Bibl.: L. Mittner, L'opera di T. M., Milano 1936; F. Lion, T. M. Leben und Werk, Zurigo 1947; J. Cleugh, T. M. A study, Londra 1933.