PYNCHON, Thomas
Romanziere americano, nato a Glen Cove, N. Y., l'8 maggio 1937; ha studiato a Cornell, vissuto a New York e in Messico e si è poi stabilito in California. È scrittore bizzarro, scintillante di invenzioni linguistiche e narrative che sono state di volta in volta avvicinate a Joyce o a Nabokov (quest'ultimo, del resto, insegnante a Cornell dove P. ha studiato).
Il suo primo romanzo, V. (Philadelphia 1963; trad. it., Milano 1965), cui si addice la definizione di picaresco moderno, si presentava come un labirinto di intrecci e contro-intrecci, in un anche troppo brillante equilibrio di stile, caratterizzazione e tematica. Al suo meglio farsa di alto livello, questo primo romanzo appariva a qualche critico spesso esaurirsi in un gioco di ammiccamenti culturali.
The crying of lot 49, Philadelphia 1966 (trad. it., L'incanto del lotto 49, Milano 1968), è un romanzo assai più breve, più semplice, più chiaro ed è apparso a molti anche molto più divertente. Tuttavia l'attenzione del mondo critico per P. resta incentrata, in analogia a quanto avviene per l'altra narrativa sperimentale di questi anni, sul virtuosismo tecnico messo a servizio dell'anti-racconto, come "esercizio di parodia contro gli elementi tradizionali della trama, del soggetto, dello sviluppo e del significato".
Bibl.: M. Bulgheroni, Il demone del luogo, Milano 1968; R. Poirier, The politics of self-parody, in The performing self, New York 1971; M. Schulz, Black humor fiction of the Sixties, Athens, Ohio, 1973; F. Binni, Narrativa americana degli anni sessanta, Torino 1974.