Economista e demografo inglese (Rookery, presso Guilford, Surrey, 1766 - Haileybury, Hertfordshire, 1834). Noto per la legge della popolazione che prende il suo nome (illustrata in An essay on the principle of population as it affects the future improvement of society , 1798), secondo la quale la popolazione tenderebbe a crescere più rapidamente dei mezzi di sussistenza, quando non vi siano freni che ne ostacolino il libero sviluppo; M. propose di sostituire ai freni 'naturali' (guerre, epidemie, mortalità infantile) quelli volontari di carattere morale, volti alla limitazione delle nascite.
Pastore anglicano e studioso di problemi sociali, convinto che il disagio economico dei suoi tempi derivasse da una legge di natura, pubblicò anonimo, in polemica con i propugnatori di riforme e soprattutto con W. Godwin, An essay on the principle of population as it affects the future improvement of society (1798). La risonanza anche polemica lo indusse a suffragare con elementi di fatto la tesi già enunciata; fu così che nelle successive edizioni (1803 e segg.; rist. 1966) l'Essay, non più anonimo, assunse veste sistematica e si arricchì di dati statistici e storici, in parte però volutamente piegati alla dimostrazione. Traduzioni in italiano del saggio si ebbero nel 1868 e nel 1947. La legge di sviluppo, per M., è quella geometrica e porta al raddoppiarsi di una popolazione in circa 25 anni, in condizione di fecondità naturale, come avveniva in quel tempo per alcune popolazioni americane. Per i mezzi di sussistenza egli sostiene che l'accrescimento avviene in progressione aritmetica e quindi molto meno velocemente della popolazione. M. nota ancora che il divario di crescita fra popolazioni e sussistenze introduce di per sé stesso un freno incontrollato, che si concreta in guerre, pestilenze e altre catastrofi; propone, quindi, di sostituire a questi freni "naturali", quelli volontari di carattere morale, ma il solo che è in grado di indicare consiste nella castità accompagnata da matrimonî in età avanzata dei coniugi, condannando severamente ogni altra forma di controllo delle nascite. Questa tesi è stata particolarmente attaccata sia da chi vedeva in essa una critica blasfema alle leggi divine, sia dai sostenitori dell'aumento della popolazione a fini di conquista e di potenza, sia, ancora, da K. Marx e dai suoi seguaci, che, anziché far risalire gli squilibri sociali a cause naturali, li attribuivano al sistema capitalistico. Tra le altre opere sono particolarmente importanti: An inquiry into the nature and progress of rent (1815; trad. it. 1859), Principles of political economy (1820; trad. it. 1854 e 1972, in edizione critica); The measure of value (1823). Sono stati pubblicati anche The travel diaries (a cura di P. James, 1966). Benché il nome di M. sia legato alla teoria della popolazione, il pensiero economico più recente, particolarmente per influenza di Keynes, ha dato crescente rilievo alla sua posizione critica nei confronti di Ricardo, alla esigenza da lui sottolineata di tener conto dei fatti monetari e di una possibile formazione "eccessiva" di risparmio, nella spiegazione delle oscillazioni cicliche. M. assunse, peraltro, una posizione antistorica nella difesa delle rendite e dei consumi dei proprietarî terrieri, come elemento di sostegno della domanda effettiva. Di qui le incomprensioni che egli incontra come economista.