STANLEY, Thomas
Letterato, nato a Cumberlow, Hertfordshire, nel 1625, morto a Londra il 12 aprile del 1678; apparteneva a un ramo illegittimo dei grandi Stanley, conti di Derby; dal lato materno era imparentato coi poeti George Sandys, William Hammond, Richard Lovelace. Ebbe a precettore William Fairfax, figlio di Edward, il traduttore di Tasso. Grazie a costui, e a un viaggio sul continente intrapreso dopo aver conseguito la laurea a Cambridge, lo St. acquistò una profonda conoscenza delle opere letterarie, soprattutto poetiche, allora in voga in Italia, Francia e Spagna, tradusse ed imitò abilmente Marino, Guarini, Ronsard, Saint-Amant, Tristan, Garcilaso de la Vega, Montalván, Góngora, ecc., e, stabilitosi nel Middle Temple a Londra dopo la fine della guerra civile, divenne l'anima d'un cenacolo di poeti minori a cui comunicò il suo entusiasmo per la lirica straniera.
I suoi Poems and Translations apparvero a Londra nel 1647, all'edizione del 1651 furono aggiunte versioni di Anacreonte, di Giovanni Secondo, ecc. Grecista, lo St. dette una traduzione di Eschilo (Londra 1663), e dedicò le sue maggiori fatiche a una History of Philosophy (Londra 1655-62), opera di compilazione molto ammirata ai suoi tempi.
Ristampa moderna dei Poems nel terzo vol. dei Minor Poets of the Caroline Period a cura di G. Saintsbury, Oxford 1921; ristampa dei Kisses (versione dei Basia di Giovanni Secondo), Londra 1923.
Bibl.: M. Praz, Stanley, Sherburne and Ayres as Translators and Imitators of Italian, Spanish and French Poets, in The Modern Language Review, vol. XX, (1925).