Poeta e critico statunitense (Saint Louis, Missouri, 1888 - Londra 1965), naturalizzatosi cittadino britannico nel 1927. Nacque da famiglia di tradizione unitariana. Dal 1906 al 1910 studiò filosofia alla Harvard Univ., frequentò poi per un anno la Sorbona di Parigi (1910) e, di nuovo a Harvard, approfondì la filosofia di F. H. Bradley per la tesi di dottorato che la guerra gli impedì di discutere (pubbl. nel 1964: Knowledge and experience in the philosophy of F. H. Bradley). Di nuovo in Europa (1914), allo scoppio della guerra si trasferì in Inghilterra. Stabilitosi a Londra, nel 1916 sposò Vivien Haigh-Wood, e trovò poi un impiego presso la Lloyds Bank. Contemporaneamente dava il via a un'importante attività critica, prima sulla rivista The Egoist e poi su Criterion, da lui fondata e diretta (1922-39). Di tale attività sono frutto i volumi di saggi The sacred wood (1920; trad. it. 1946), con cui si inizia l'influenza che l'opera critica di E. eserciterà sulle generazioni più giovani, e The metaphysical poets (1921), in cui egli propone la tradizione dei poeti metafisici in alternativa a quella rappresentata dalla linea Milton-vittoriani; mentre saggi come Tradition and individual talent (1919) e Hamlet (1921) definiscono il "correlativo oggettivo" quale punto d'incontro neutro tra autore e lettore, quale inglobamento dell'individuale lirico nella tradizione. Dall'incontro, determinante, con E. Pound, avvenuto a Londra nel 1914, proviene a E. l'interesse per Dante (Dante, 1929; trad. it. 1942), lo Stilnovo e i poeti provenzali, e soprattutto la consapevolezza della tecnica del linguaggio. Influenzato, come tutta la sua generazione, dalla poesia francese simbolista, e in particolare da J. Laforgue, nella sua prima raccolta di versi (Prufrock and other observations, 1917) E. propone una inedita sintesi di tradizione e contemporaneità, la rappresentazione della vita quotidiana come epica degradata, gli svuotati eroi delle periferie londinesi visti con l'ironia di Laforgue. La sensibilità straordinaria per la pronuncia poetica e la capacità di riflessione già presenti in componimenti come The love song of J. Alfred Prufrock (1917) e Gerontion (in Ara vos prec, 1920) preparano la svolta di The waste land (1922; trad. it. 1949), una delle opere che più hanno influenzato la poesia del Novecento in Occidente. Scritto in Svizzera, dove E. era ricoverato per collasso nervoso, il poema fu successivamente sottoposto a Pound, a quel tempo a Parigi. Gli interventi di Pound, documentati dal manoscritto ritrovato e pubblicato da Valerie, seconda moglie del poeta, nel 1971, dimostrano che Pound, pur limitandosi ad alcuni importanti tagli e suggerimenti per una organizzazione coerente dei materiali, fu immediatamente cosciente di ciò che faceva del poema un unicum, cioè della sua sorprendente novità linguistica, che immetteva senza mediazioni il lettore dentro la stratigrafia di una dissoluzione dell'io esposta attraverso una dislocazione su differenti piani della storia. Le fonti del poema, tra cui è fondamentale il saggio From ritual to romance (1920) di J. L. Weston, nel proporre, tra l'altro, il cristianesimo come nuovo mito, si collegano a una linea assai importante della riflessione eliotiana, assumibile quale ulteriore svolgimento di un Romanticismo che vede nel cristianesimo il farsi della coscienza del moderno. Tale svolgimento si intreccia con un punto di riflessione imprescindibile per E.: creare una classicità del moderno. Il famoso metodo mitico, messo a punto nel saggio (1923) sull'Ulysses di J. Joyce, propone la necessità di collocare la conoscenza frammentaria del secolo a specchio di una tradizione che la illumini e le dia coerenza, facendo vieppiù risaltare lo stridore della diversità. Il suo dichiararsi classicista in letteratura (For Lancelot Andrewes, 1928) va perciò messo in relazione al poeta che egli considera classico per eccellenza, Virgilio: un autore in cui la classicità è già vista come riflessa e sono avvertiti i sentori del cristianesimo (What is a Classic?, 1945). E il cristianesimo come moderna mitologia ritorna in Journey of the Magi (nella collana The Ariel poems, 1927), che ci mostra dei Magi viaggiatori divisi tra fede e vita. Mentre The hollow men (1925), che espone la desolazione dell'uomo contemporaneo utilizzando la tecnica del coro, conferma quelle doti drammatiche che, dal monologo alla Browning sino al dialogo dantesco e al coro, contribuiscono a spersonalizzare il linguaggio della poesia. Accanto al critico e al poeta va dunque valutato l'E. autore di opere teatrali in versi (Murder in the cathedral, 1935; The family reunion, 1939; The cocktail party, 1949; The confidential clerk, 1953; The elder statesman, 1959; trad. it. in Teatro, 1958 e 1976), anche se il suo è un teatro di poesia che lo porta a straordinarie invenzioni di situazioni e attese, ma non a creare personaggi. Valga per tutti Murder in the cathedral (sull'uccisione di Sir Thomas Beckett, arcivescovo di Canterbury), in cui il coro delle donne che presagiscono con la loro inquietudine il dramma addensa angosce senza nome, dove è possibile riconoscere la prescienza di eventi che fanno parte della storia più recente. Nel 1927 E. abbracciò la confessione anglicana e prese la cittadinanza britannica. Nel 1930 il poema Ash-Wednesday apre una nuova fase della poesia di E., che culminerà in Four quartets (pubbl. separatamente tra il 1936 e il 1942, in vol. 1963; trad. it. 1959). In Ash-Wednesday E. attinge al repertorio dell'allegoria medievale, ai bestiarî, a immagini dei metafisici del Seicento, eliminando il riferimento alla contemporaneità. In Four quartets la tecnica musicale, associata a un linguaggio altamente filosofico, cerca attraverso l'associazione della memoria di attingere nell'umano e nel soggettivo un'esperienza metafisica. E. propone perciò un'intersezione di tempo ed eternità, di movimento e assenza di movimento (stillpoint), ove è l'esperienza dell'io che si propone come irrinunciabile epicentro. L'impegno socio-politico di E., qua e là venato da punte di antisemitismo, è raccolto in After strange gods (1964), The idea of a christian society (1939; trad. it. 1948), Notes towards a definition of culture (1948; trad. it. 1952). Saggi fondamentali sono contenuti in Selected essays (1932 e 1951) e in The use of poetry and the use of criticism (1933; trad. it. 1974). L'opera di poesia e il teatro sono ora raccolti in The complete poems and plays 1909-1980 (1952) e in Collected poems 1909-19o2 (1963); le poesie giovanili in Poems written in early youth (post., 1967; trad. it. Poesie giovanili, 1967). Fu socio straniero dei Lincei (1947). Nel 1948 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.