STUCKLEY, Thomas
Avventuriero inglese, nato intorno al 1525, morto il 4 agosto 1578. Figlio di Sir Hugh Stuckley del Devon, ma ritenuto figlio illegittimo di Enrico VIII, ebbe una gioventù avventurosa, combatté con Suffolk in Francia e alle frontiere scozzesi, combinò intrighi con Enrico II di Francia nel 1552 e servì nelle Fiandre agli ordini di Emanuele Filiberto di Savoia. Nel 1563 salpò con 300 uomini e 6 navi, una delle quali fornita dalla regina, apparentemente per colonizzare la Florida. Ne visitò le coste e consacrò il resto del suo tempo a far il pirata in alto mare. Nel 1565 fu arrestato a Cork e condotto a Londra, ma nel settembre fu liberato, e nel novembre era in Irlanda col pretesto di combinare degli accordi fra Henry Sydney e O'Neill. Nel 1569 fu accusato di tradimento da un rivale, ma senza che questo potesse essere provato: però nel decennio che tenne dietro al 1570, quando il duello tra Filippo II ed Elisabetta divenne inevitabile, egli si diede completamente alla causa degli emigrati cattolici, che volevano detronizzare la regina con l'aiuto straniero. Rifugiatosi presso Filippo nel 1572 progettò un'invasione duplice dell'Irlanda da parte della Francia e della Spagna. Ma le dilazioni di Filippo e la sua sfiducia nel carattere di Stuckley fecero fallire il progetto. Nell'ottobre 1575 Stuckley venne a Roma e vi ottenne l'appoggio di Gregorio XIII.
Dopo aver combattuto a Lepanto, ed aver accompagnato don Giovanni nei Paesi Bassi, fu persuaso dal re del Portogallo a unirsi a lui nella spedizione del Marocco, dove fu ucciso ad Alcázar il 4 agosto 1578, e passò dalla storia al romanzo.