THRASYMEDES (Θρασυμήδης)
Figlio di Arignotos, scultore di Paro, attivo nella prima metà del IV sec. a. C.
È ricordato da Pausania, come autore della statua crisoelefantina di Asklepios nel tempio costruito da Theodoros ad Epidauro (Paus., II, 27, 4). La costruzione si data con buona approssimazione agli anni 380-370 a. C., e poiché appare progettata espressamente per custodire il simulacro, senza che si abbia notizia di un precedente tempio di Asklepios nel santuario (v. epidauro; theodotos), si può creder che anche l'opera di Th. sia stata eseguita in quegli anni. Asklepios era rappresentato seduto su di un trono, con il bastone in una mano e l'altra protesa sulla testa del serpente; un cane era coricato ai suoi piedi. Con la descrizione di Pausania, concorda il tipo di alcune dracme di Epidauro, della seconda metà del IV sec., dove la figura barbata è su di uno scanno senza spalliera, a torso nudo, con l'himàtion attorno alle gambe; la sinistra levata si appoggia al bastone nodoso, la destra è tesa sulla testa del serpente che si drizza accanto al trono; anche il particolare del cane è fedelmente riprodotto. Si tratta di una delle più antiche riproduzioni di statue sulle monete greche, eccezionale anche per la breve distanza dal tempo dell'originale. Una simile immagine di Asklepios compare anche su bronzi di età romana, con la variante del trono ad alto schienale, e del cane collocato dietro anziché sotto il trono e qualche volta assente. Infine, monete di Epidauro al tempo di Antonino Pio, mostrano la stessa statua entro un tempio che riproduce semplificandolo il periptero dorico di Theodoros, e portano un argomento decisivo per l'identificazione di questi tipi monetali con l'Asklepios di Thrasymedes.
La rielaborazione di Th. doveva essere così vicina al tipo olimpico dello Zeus, da giustificare una tarda tradizione che l'attribuiva a Fidia (Athenag., Legat., 14). L'impostazione frontale della figura seduta che ha fatto attribuire al V sec. a.C. (Lippold) la replica di Copenaghen, potrebbe pertanto giustificarsi anche nella creazione di Th.: il movimento all'indietro della gamba sinistra è documentato anche dalle monete. I rilievi votivi con Asklepios in trono, rinvenuti nell'area del tempio di Epidauro e riferibili a Timotheos, riproducono invece un tipo diverso.
L'esperienza di Th. nella lavorazione dell'avorio deve avergli procurato la commissione del rivestimento del soffitto e dell'interno della porta, per 9.800 dracme, secondo l'iscrizione con le spese per il tempio (I. G., iv2, 102, l. 45); per questi ed altri lavori di raffinata ebanisteria, apprendiamo che gli era stato fornito avorio per 3.070 dracme e borchie d'oro (l. 65).
L'attività di Th. ad Epidauro fuori dell'ambito del tempio, è provata infine da una dedica ad Apollo ed Asmepios, con la sua firma, rinvenuta nella zona dello stadio (I. G., iv2, 198).
Monumenti considerati. - Asklepios in trono, copia a Copenaghen, Gliptoteca Ny Carlsberg, v. asklepios, p. 722, bibl., p. 724. Rilievi con Asklepios in trono da Epidauro, Atene, Museo Nazionale, n. 173, 174, v. asklepios, loc. cit., inoltre: I. N. Svoronos, Das Athener National Museum, I, Atene 1908, p. 152 ss., dove sono considerati erroneamente metope del tempio di Asklepios; S. Papaspyridi, Guide du Musée National d'Athènes, Atene 1927, p. 62; F. Robert, Epidaure, Parigi 1935, p. 22, tavv. 15, 16; Ch. Picard, Manuel, III, 1, p. 218 ss.; 342, figg. 119, 120; G. M. A. Richter, The Sculpture a. Sculptors, of the Greeks, New Haven 1962, p. 219, figg. 714, 715. Monete di Epidauro: P. Gardner, British Museum, A Catalogue of the Greek Coins, Peloponnesus, p. 146, n. 7, tav. XXIX, 14; F. Imhoof-Blumer, P. Gardner, op. cit. in bibl., p. 43, tav. L, III; E. Babelon, Traité des monnaies Grecques et Romaines, II, 3, Parigi 1914, n. 679, 680, tav. ccxvii, 15, 16; L. Lacroix, Les reproductions de statues sur les monnaies grecques, Parigi 1949, p. 301, tav. xxvi, 12. Per la cronologia: E. T. Newell, Five Greek Bronze Coins, Hoards, Numismatic Notes a. Monographs, lxviii, 1935, p. 30 ss. Bronzi di età imperiale: P. Gardner, op. cit., p. 159, n. 30, tav. XXIX, 23; F. Imhoof-Blumer, P. Gardner, op. cit. in bibl., p. 43; tav. L, iv, p. 161, tav. CC, vii; L. Lacroix, op. cit., p. 301, tav. XXVI, 13. Monete di Antonino Pio: P. Gardner, op. cit., p. 159, n. 29, tav. XXIX, 22; F. Imhoof-Blumer, P. Gardner, op. cit., p. 43, tav. L, V; L. Lacroix, op. cit., p. 301, tav. XXVI, 14.
Bibl.: H. N. Fowler, in Am. Journ. Arch., III, 1887, p. 32 ss.; J. Overbeck, Schriftquellen, nn. 853, 854, 854 a; E. Löwy, I. G. B., n. 467; F. Imhoof-Blumer, P. Gardner, A Numismatic Commentary on Pausanias, in Journ. Hell. St., 1885, 1886, 1887, pp. 43, 161; H. L. Urlichs, in Rheinisches Museum für Philologie, XLIV, 1887, p. 32 ss.; P. Kavvadias, Τὸ ἱερὸν τοῦ ᾿Ασκληπίου ἐν ᾿Επιδαύρῳ, Atene 1900, p. 43 ss.; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, VI A, 1936, c. 594 s., s. v.; O. Rubensohn, in Jahrbuch, L, 1935, p. 84; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXIII, 1939, p. 105; Ch. Picard, Manuel, III, i, Parigi 1948, p. 214 ss.; O. Rubensohn, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1949, c. 1865, s. v. Paros; L. Lacroix, Les reproductions de statues sur les monnaies grecques, Parigi 1949, p. 324 s.; G. Lippold, Handb., III, i, Monaco 1950, p. 230; G. Roux, L'architecture de l'Argolide aux IVe et IIIe siècles a J. C., Parigi 1961, pp. 89; 123 ss.; 127; 426; G. M. A. Richter, The Sculpture a. Sculptors of the Greeks, New Haven 1962, pp. 255; 382 s.; B. Schlörb, Timotheos, in Jahrbuch, XXII Ergänz., 1965.