TIANA (Τύανα, Tyana)
Antica città di Cappadocia posta ai piedi del Tauro, non lungi dal valico famoso detto delle Porte di Cilicia su un affluente del fiume Lamus in regione fertile e lungo una delle grandi linee di comunicazione tra l'Asia Minore e la Siria.
Leggende greche la volevano fondata dal re Toante di Tauride che avrebbe sin là inseguito Oreste e Pilade rapitori del suo idolo di Artemide. Poco sappiamo della storia di Tiana che avrà seguito le sorti della regione, sottoposta alla Persia, poi ai re di Cappadocia e infine a Roma. Vi si recò Settimio Severo a trovare il suo onnipotente prefetto del pretorio Fulvio Plauziano malato. Per qualche tempo la città fu nelle mani dei dinasti di Palmira, e fu ricongiunta all'impero da Aureliano. Fu poi capoluogo della Cappadocia secunda nella suddivisione dioclezianea delle provincie, e nell'ordinamento ecclesiastico cristiano fu sede episcopale. Nell'anno 708 fu presa dagli Arabi sotto il califfo al-Walīd I, e non tornò più a far parte dell'impero. Qualche notizia topografica della città ci è data da Filostrato nella vita di Apollonio di Tiana vissuto nel primo secolo dell'impero. Sappiamo così che la città aveva un tempio di Zeus Asmabaeus e una sorgente calda presso un laghetto. Queste ultime indicazioni hanno permesso di proporne l'identificazione presso la moderna Kilissé Hissar a sud-ovest di Nigde.
Bibl.: Leake, Asia Minor, p. 61; Hamilton, Researches in Asia Minor, II, ii, p. 302; Jerphanion, Mélanges d'arch. anatolienne, Beyruth 1926, p. 213.