TIATIRA (τά Θυάτειρα)
Antica città della Lidia nella valle del fiume Lico presso la moderna Ak-Hissar, probabilmente di origine e di denominazione preellenica. Di questa vita lidia della citta resta forse una traccia nei nomi di qualche divinità locale (per esempio, Tyrimnos) ricordata nell'abbondante epigrafia della città. Dopo la disfatta di Creso e la fine del regno di Lidia fece naturalmente parte dell'impero persiano, e successivamente dell'impero macedone, passando da Alessandro Magno ad Antigono, a Lisimaco, ai Seleucidi che la tennero fino alla fine del sec. III. Nel 218 a. C. essa è già annessa al regno di Pergamo, che venne poi nel 133 a costituire la provincia romana d'Asia.
Ebbe prospera vita durante i primi tre secoli dell'impero, come provano la sua monetazione, i titoli di μητρόπολις, di λαμπροτάτη, di μεγιστη che le iscrizioni le attribuiscono. Subì danni nel grave terremoto per il quale Tiberio invocò gli aiuti del Senato (Suet., Tib., 8), fu visitata da Adriano e da Caracalla che la fece capoluogo di un conventus iuridicus, distaccandola da quello di Pergamo al quale aveva sino allora appartenuto. Ebbe presto una notevole comunità cristiana ricordata già negli Atti degli Apostoli (XVI, 14) e fu centro importante del montanismo. Ebbe a soffrire da irruzioni di Goti e più tardi di Arabi e forse anche dal passaggio dell'esercito crociato di Federico Barbarossa. La coniazione monetaria di Tiatira comincia con Eumene II di Pergamo, è ripresa poi con Claudio e arriva sino a Gallieno e a Salonina.
Bibl.: Clerc, De rebus Thyatirenorum, Parigi 1893; Zakaz, Περι τῶν τῆς πόλεως Θυατειρων πραγματεια επιγραϕικη, Atene 1900; J. Keil-A. V. Premerstein, Lydien. Ber., II, nn. 19-118; Buckler, in Rev. de Philologie, XXXVII, p. 292; L. Robert, Villes d'Asie Mineure, Parigi 1935, p. 33.