ALFARANO, Tiberio
Nacque a Gerace; fu cappellano dell'arciconfraternita del SS. Sacramento nel 1561, e poi chierico beneficiato della Basilica Vaticana dal 1567. Venne a Roma, dove visse lungamente, con la protezione del vescovo Geracense Tiberio de Mutis; fu discepolo affezionato e ammiratore di Giacomo Ercolano. Da lui ereditò l'amore per la Basilica vaticana di cui si occupò alacremente, per narrarne le vicende nel periodo caratteristico, quando dalle rovine del vecchio e bello edificio costantiniano sorgeva il nuovo colossale tempio. Studiò anche a Perugia diritto civile e canonico. Morì a Roma, lasciando erede dei suoi scritti e dei suoi libri il capitolo vaticano.
Dapprima, per meglio fissare i ricordi del passato, scrisse (dopo il 1558) i Supplimenti alli libri di Maffeo Vegio e Pietro Mallio; passò poi ad uno studio più accurato e diretto delle fonti scritte o monumentali e compilò una guida esatta della Basilica, raccogliendo e interpretando iscrizioni, descrivendo altari, sepolcri, le loro antiche sedi, le mutazioni avvenute al tempo suo, aggiungendo in fine una pianta che era già compiuta nel 1571, ma fu aggiornata nel 1576, e incisa in rame nel 1589-1590. Per facilitarne l'uso, l'Alfarano stese nel 1582, ma modificò in seguito, un opuscolo De Basilicae Vaticanae antiquissima et nova structura. Compilò altresì un Calendario liturgico e una Guida per i pellegrini.
Bibl.: Edizione della Structura, di M. Cerrati, Documenti e ricerche per la storia dell'antica Basilica Vaticana, I, (in Studi e testi, n. 26), Roma 1914; id., Fonti per la storia dell'antica Basilica Vaticana, in Archivio della società romana di storia patria, XLIV (1921), pp. 263-269. Vedansi pure il cod. H. 72 dell'Archivio capitolare di S. Pietro, e A. Zavarroni, Bibliotheca calabra, ecc., Napoli 1753, p. 108.