DELLA TORRE, Tiberio
Figlio di Martino, dei Torriani signori di Milano, e di una nobile friulana, Clarice dei signori di Zuccqla, il D. nacque molto probabilmente dopo il 1274, anno in cui suo padre giunse in Friuli al seguito di Raimondo Della Torre, nominato patriarca di Aquileia.
Secondo il Litta, il D. nacque invece in Lombardia, e visse a Milano come canonico della chiesa metropolitana, finché non dovette riparare in Friuli a seguito delle sconfitte militari della sua famiglia ad opera dei Visconti. Queste supposizioni, però, non sono confortate dai documenti. Il nome del D. (ma senza alcun titolo ecclesiastico) compare per la prima volta in un documento friulano del 1294, relativo a una missione diplomatica a Padova della quale fu incaricato, insieme ad altri, dal patriarca di Aquileia. Dal 1296 il D., detto Tiberiolo probabilmente a causa della sua giovane età, risulta preposto alla pieve di Alba Ecclesia (Weisskirchen, oggi Bela Cerkev), nella diocesi aquileiese; si tratta di una delle tanie dignità ecclesiastiche concesse dal primo patriarca torriano ai membri della sua numerosa consorteria.
Alla fine del sec. XIII il D. visse dunque in Friuli, lontano dalla Lombardia, dove altri Torriani continuavano la lotta contro i Visconti per il dominio su Milano. Il canonicato milanese di cui parla il Litta gli fu conferito probabilmente molto più tardi, poiché ne abbiamo notizia soltanto in documenti risalenti al 1319. Il D. era anche titolare di un canonicato a Cividale, come risulta da una lettera del 12 sett. 1315 con la quale il patriarca dava incarico al D. di prosciogliere dalla scomunica gli usurpatori dei beni del capitolo di Aquileia.
L'11 luglio 1317 il D. fu nominato vescovo di Tortona. Secondo l'Ughelli (IV, p. 640) la nomina sarebbe avvenuta già il 23 ott. 1313, ma ancora nel 1315 il D. si trovava in Friuli, mentre una lettera di Giovanni XXII del 1° ott. 1317 ci informa che in quella data il D. non era ancora stato consacrato. Nel 1317 comunque il pontefice intensificò la sua lotta contro Matteo Visconti e prese i Torriani sotto la protezione della Chiesa. In questo contesto si inserisce anche l'elezione del D., mentre contemporaneamente Cassone Della Torre ottenne il patriarcato di Aquileia. Il D. non poté, tuttavia, prendere possesso della sede tortonese poiché in città spadroneggiavano i Visconti, che in quell'epoca conducevano un'aspra lotta contro la Chiesa e il clero lombardo, incuranti delle censure e delle condanne dei tribunali ecclesiastici convocati dal papa in Lombardia.
Pur in mancanza di precise testimonianze, è da ritenere che il D. - sia come membro della casata torriana sia come esponente del clero lombardo - partecipasse alla lotta politica di quegli anni prendendo parte attiva alle iniziative politico diplomatiche della Chiesa e della coalizione guelfa contro i Visconti. Il solo incarico diplomatico svolto dal D. di cui si abbia notizia certa è una missione che egli eseguì a Genova insieme ai vescovi di Acqui e di Luni nel 1318. L'iniziativa fu promossa da Giovanni XXII su istanza della Comunità di Genova, che, minacciata da un lungo assedio, cercava un avvicinamento a Savona in vista di un'azione comune contro il fronte ghibellino.
Nel gennaio del 1319 il D. poté essere finalmente consacrato vescovo di Tortona: ne abbiamo conferma da due lettere papali del 25 gennaio che dispongono dei benefici ecclesiastici già appartenuti al D., il canonicato milanese e quello di Cividale. In quegli stessi giorni il D. inviò Pasino Della Torre, suo nipote e rappresentante, a Cividale, per riscuotere i redditi arretrati della sua prebenda. Nel 1319 il pontefice diede facoltà al vescovo di Tortona di accogliere nella diocesi persone idonee e di dotarle di benefici. Nel marzo del 1319 il D. era ancora a Genova, dove costituì un ecclesiastico della diocesi tortonese suo procuratore ad lites. In calce alla lettera (Lettres communes, n. 9771) il D. si firmava "episcopus et comes".
Nonostante la sua consacrazione, e dubbio che il D. potesse insediarsi stabilmente a Tortona: il prelato destinato a succedergli nella pieve di Alba Ecclesia dichiarò nel 1319 di rinunciare a prenderne il posto finché al D. fosse stato impedito di accedere alla cattedra tortonese; la carica plebana fu concessa definitivamente solo nel 1322 a un canonico parmense. Il governo ecclesiastico di Tortona non dovette essere pacifico in anni in cui la Lombardia fu teatro di accanite lotte che videro contrapposti i Torriani, alleati con il pontefice, e i Visconti, a capo della coalizione ghibellina. Forse proprio le difficoltà di esercitare le funzioni vescovili a Tortona determinarono il trasferimento del D. a Brescia, mediante uno scambio con Princivalle Fieschi. Dal 16 nov. 1326 il D. poté insediarsi a Brescia, dove restò fino alla morte, avvenuta il 29 genn. 1333. Fu sepolto all'interno della cattedrale, nella rotonda della cappella della Trinità. Relative al governo vescovile del D. a Brescia sono alcune lettere papali che riguardano decime e benefici della diocesi.
Fonti e Bibl.: Indice dei docc. per la storia dei Friuli dal 1200 al 1400 raccolti dall'ab. G. Bianchi, a cura del Municipio di Udine, Udine 1877, pp. 43, 48; Lettres communes de Jean XXII, a cura di G. Mollat, Paris 1904-1947, ad Indicem; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, IV, Venetiis 1719, pp. 553, 640; J. H. Gradonici, Pontificum Brixianorumseries, Brixiae 1755, pp. 305 s.; A. Battistella, I Lombardi in Friuli, in Arch. stor. lombardo, s. 4, XIV (1910), pp. 315, 338 s.; P. Paschini, Raimondo della Torrepatriarca di Aquileia, in Memorie storiche forogiuliesi, XIX (1923), pp. 55 n. 100 n. 101 n., 102 n.; C. Eubel, Hierarchia catholica Medii Aevi, I, Monasterii 1913, pp. 147, 476; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v. Torriani di Valsassina, tav. III.