TIBET (XXXIII, p. 800)
Esplorazione. - Nel 1938-39 il Tibet centrale fu visitato dalla spedizione tedesca di E. Schäfer, che eseguì soprattutto ricerche geomagnetiche, zoologiche e botaniche. Negli anni seguenti si ebbero alcuni viaggi individuali, ma nessuna spedizione scientifica. Particolare importanza riveste invece la missione (ottava della serie) di G. Tucci.
Partito nell'aprile 1948 da Darjeeling con due compagni, lo studioso italiano percorse la strada carovaniera Phari-Gyantse-Lhasa, arrirvando alla capitale tibetana il 19 giugno, primo italiano a penetrarvi dopo la partenza dei cappuccini nel 1745. Dopo sei settimane di permanenza a Lhasa, dove fu ricevuto due volte dal Dalai Lama, T. ripartiva per la regione ad est della capitale, discendendo in barca lo Tsangpo per circa 300 km. Fu quindi visitata la zona di Samye e tutto il distretto di Olkha. Passato il fiume, venne esplorata la valle di Yarlung, che fu la culla della monarchia tibetana. Passando poi attraverso zone in parte non ancora rilevate cartograficamente, la missione giungeva a Shigatse, e nel novembre era di ritorno in India via Kampadzong. Lo scopo della spedizione era lo studio archeologico del Tibet centrale e la raccolta di testi e manoscritti. Perciò furono visitati i principali monasteri situati sull'itinerario (p. es., i tre grandi monasteri di Sera, Drepung e Galdan) ed i loro tesori artistici. Fra i risultati ottenuti figurano principalmente il ritrovamento dei tumuli che segnano il luogo delle tombe dei re tibetani (VII-IX sec.), e di varie iscrizioni coeve. Furono altresì ritrovate numerose e importanti cronache tibetane e alcuni manoscritti sanscriti, di cui uno su fogli di palma in scrittura del VI sec. contenente due opere buddhiste finora ignote, risalenti al II sec. d. C.
Storia. - Per i rapporti del Tibet col resto dell'Asia, v. in questa App. vol. I, pp. 280-281. All'interno, la reggenza per il minorenne Dalai-Lama fu tenuta dapprima dall'abate di Reting (Rva-sgren), uomo di tendenze modernizzanti e fortemente favorevole alla Cina. Nel 1947 egli si dimetteva a favore dell'incarnato di Takta (Brag-k'ra), esponente del partito conservatore ed ortodosso. Un tentativo dei partigiani dell'ex-reggente di assassinare il nuovo capo del governo fallì e produsse una violenta repressione; ne cadde vittima lo stesso abate di Reting, il quale venne gettato in prigione, dove poco dopo morì.