TIBISCO (ungh. Tisza; ted. Theiss; rom. e cèco Tisa; A. T., 51-52)
Importante affluente di sinistra del Danubio, lungo 1350 km. e con un bacino di 153 mila kmq. Il corso superiore è parte in Romania e parte in Cecoslovacchia, quello medio in Ungheria, l'inferiore in Iugoslavia. Esso è formato da tre corsi d'acqua, il Tibisco Nero, il Tibisco Bianco e il ViŞău (Vissó) che hanno le sorgenti nei Carpazî Selvosi e si riuniscono nel MaramurăŞ, regione in gran parte boscosa; il fiume entra poi in Ungheria quando già comincia il suo corso di pianura; importanti affluenti di destra sono il Körös e il Maros, di sinistra il Bodrog, il Sajó e lo Zagyva; nel Danubio il fiume si getta 40 km. a monte di Belgrado. Nel corso medio e inferiore il Tibisco ha i caratteri d'un corso d'acqua maturo con grandi divagazioni, letti di piena larghissimi e squilibrî assai sensibili tra le portate di piena e di magra. Le massime portate, data l'assenza di ghiacciai, si hanno all'epoca dello scioglimento delle nevi, le magre in settembre, dopo i calori estivi; il fiume gela in media per 12 settimane; abbondanti le torbide. Data la minima pendenza, nel periodo 1846-66 furono compiuti lavori per la regolarizzazione del fiume, tagliando circa 140 meandri e costruendo potenti argini; in tal modo è stata resa possibile l'utilizzazione d'una vasta area, che prima veniva periodicamente inondata; anche la navigazione sul fiume è stata migliorata, tanto che presentemente si esercita a partire da Szolnok.
Bibl.: Classica è l'opera di P. Vujević, Die Theiss. Eine potamologische Studie, in Geogr. Abhandl., VII, iv, Lipsia 1906. Per i mutamenti del letto, cfr. E. Cholnoky, A Tiszameder hélyváltozásai, in Föld. Közl., XXXV (1907), pp. 381-405 e 425-45; per le inondazioni: O. Bogdánfy, A Tisza vizjárása, ibid., XXXII (1904), pp. 275-83. Per lo stato del fiume prima della regolarizzazione e per i problemi con questa connessi, cfr. lo scritto di P. Paleocapa, Parere sulla regolazione del Tibisco, Pest 1847.