TICINO
Cantone della Svizzera, con capoluogo Bellinzona, il cui territorio, sul versante meridionale svizzero delle Alpi, è attraversato dal primo tratto dell'omonimo fiume e confina a N-O con il cantone del Vallese, a N con quello di Uri, a N-E e a E con quello dei Grigioni, a S-E, a S e a O con l'Italia.
La maggior parte del T. è occupata dalle Alpi ticinesi, che si dividono in una parte settentrionale (Sopraceneri) e una parte meridionale (Sottoceneri). Dal punto di vista paesistico, le due parti si differenziano notevolmente, essendo il Sopraceneri una regione di alta montagna con valli profonde, mentre il Sottoceneri con i suoi fitti boschi mostra piuttosto un carattere prealpino. Il Sottoceneri è anche caratterizzato dalla presenza dei laghi Maggiore e di Lugano, i quali fin dall'epoca preistorica costituivano le più importanti vie di comunicazione.I Leponzi, che, secondo le fonti antiche, furono i primi abitanti dell'attuale regione ticinese, vennero romanizzati nel tardo sec. 1° avanti Cristo. Testimonianze della cultura romana si trovano, da un lato, nelle numerose villae rusticae nel Sottoceneri, dall'altro negli insediamenti dei mercanti, nelle postazioni di guardia e nelle mansiones sulla via dei commerci che da Verbano (lago Maggiore) si dirigeva verso i passi alpini, tra i quali nel Medioevo erano importanti soprattutto il S. Bernardino, quello di Lucomagno e il S. Gottardo. Tuttavia, nella regione non si giunse mai a una completa trasformazione della cultura autoctona a opera dei Romani, i quali modificarono le esistenti strutture culturali e giuridiche in maniera altrettanto poco profonda di quanto fecero successivamente i Longobardi, in mano ai quali il T. passò nel 590. Nel 774 il T. cadde sotto il dominio franco ed entrò a far parte della marca lombarda del regno dei Franchi, quindi sotto gli Ottoni divenne parte dell'impero germanico.Per lo sviluppo culturale e politico del T., tuttavia, fu in ultima analisi più importante la dipendenza ecclesiastica da Como e da Milano, che ancora oggi è testimoniata dalla dedicazione di molte chiese (S. Vittore, S. Ambrogio, S. Abbondio, S. Provino). L'appartenenza del Sottoceneri alla diocesi di Como e quindi all'arcidiocesi di Aquileia e, invece, delle Tre Valli (Riviera, Blenio e Leventina) a quella di Milano ebbe le sue conseguenze fino al Medioevo inoltrato, quando il T. fu coinvolto nei conflitti tra le due città italiane nell'ambito delle lotte per le investiture (la c.d. guerra decennale, 1118-1127), nella contrapposizione tra l'imperatore e i comuni italiani (1156-1182) e nelle lotte per il potere tra guelfi e ghibellini (1250-1268).
Anche le lotte per l'indipendenza delle città lombarde interessarono il Ticino. Così nel 1182 i Comuni rurali della valle di Blenio e della Levantina si unirono nel patto di Torre con lo scopo di liberarsi del potere imperiale e di impedire che fossero edificate ulteriori fortezze, e certamente anche per rafforzare il monopolio dei trasporti dei valligiani. Da questo momento si riconobbero soltanto i privilegi del Capitolo del duomo di Milano. Nel Tardo Medioevo il T. si trovò conteso in misura sempre crescente tra gli interessi dell'Uri e delle altre località confederate, che traevano profitto direttamente dalla via del S. Gottardo, e quelli dei duchi di Milano. Tale contrapposizione ebbe il suo culmine nel 1478 nella battaglia di Giornico con una vittoria dei confederati su Milano, in seguito alla quale la Leventina passò al cantone di Uri. La fondazione del vero e proprio Cantone del T. ebbe luogo nel 1803 grazie alla mediazione napoleonica.L'attuale capoluogo di cantone, Bellinzona, ha da sempre avuto la funzione di porta verso l'Italia. La sua posizione chiave dal punto di vista strategico fu riconosciuta già in epoca tardoantica, quando la collina del successivo castello Grande venne rafforzata tramite una fortificazione (Bilitio castrum; Gregorio di Tours, Hist. Fr., X, 3). I ritrovamenti di tombe a Bellinzona attestano che anche i Longobardi seppero apprezzare quest'area favorita dalle condizioni naturali. Una continuità di insediamento dall'epoca romana fino all'Alto Medioevo si ritrova anche a Bioggio (Malcantone), Muralto (presso Locarno) e altrove.Un importante elemento di continuità fu inoltre il cristianesimo, che in T. si diffuse precocemente; nell'area della romana Vicus Muralto sono stati individuati addirittura due centri di culto, S. Vittore (probabilmente del sec. 5°) e S. Stefano (sec. 6°). Il monumento più significativo del primo cristianesimo nel T. è il battistero di Riva San Vitale, del tardo sec. 5°, all'estremità meridionale del lago di Lugano, che costituisce allo stesso tempo il più antico esempio di costruzione a carattere religioso della Svizzera. Si tratta di un edificio a pianta centrale quadrato all'esterno e ottagonale e articolato da nicchie all'interno, coperto da un tamburo con cupola anch'essi ottagonali La piccola abside orientale non appartiene all'edificio originario, ma risale comunque al periodo precarolingio. Al centro dello spazio interno si trova, inserita in profondità nel pavimento, una grande piscina battesimale ottagonale, che intorno al Mille venne sostituita da un monumentale bacino di pietra. Il pavimento è ornato da un rivestimento in opus sectile bianco e nero analogo a quello che si ritrova in diverse chiese milanesi del 6° secolo. In origine l'edificio era circondato da deambulatorio coperto, che costituiva il legame con la chiesa plebana a esso collegata e che servì nell'Alto Medioevo come luogo privilegiato di sepoltura.L'Alto Medioevo si distinse anche per edifici ecclesiastici costruiti ex novo, che generalmente sono più semplici di quelli paleocristiani. Particolarmente interessante è in questo contesto Sonvico (a N-E di Lugano), dove nel sec. 7°, accanto a una casa di pietra, venne edificata una chiesa in legno, a O della quale venne posta una sepoltura. A Stabio nel Mendrisiotto si conservano addirittura due chiese che i ritrovamenti permettono di datare al 6°-7° secolo. Il fatto che Stabio sia stata all'epoca abitata, almeno temporaneamente, dai Longobardi è attestato da numerosi ritrovamenti funebri, quali una croce in lamina d'oro (Zurigo, Schweizerisches Landesmus.) e decorazioni figurate per gli scudi (Berna, Bernisches Historisches Mus.).L'esistenza di molte chiese ticinesi in epoca altomedievale è attestata soltanto dalle fonti. S. Lorenzo a Lugano viene citata come parrocchiale nell'818; S. Vittore a Muralto è menzionata nell'879; S. Maria Assunta a Giubiasco nel 929. Dal punto di vista costruttivo, gran parte delle chiese ticinesi risale a epoca romanica e segue interamente la tradizione lombarda, come per es. S. Pietro a Biasca (1100 ca.), la chiesa madre delle Tre Valli. Si tratta di una pseudobasilica con abside semicircolare e area del coro notevolmente rialzata e con una ricca articolazione esterna di lesene e fregi ad archetti nani. Alla stessa epoca risale la collegiata di S. Vittore a Muralto, una basilica a pilastri a tre navate con conclusione orientale triabsidata. Al di sotto del coro sopraelevato si ha qui una spaziosa cripta, in cui la ricca scultura dei capitelli trova un confronto nel S. Abbondio a Como, così come nei Ss. Pietro e Paolo a Quinto in val Leventina, ma anche in edifici nordalpini come il Grossmünster di Zurigo o la collegiata di Schänis. Ancora un'altra tipologia architettonica è rappresentata da S. Nicolao a Giornico, chiesa monastica un tempo dipendente dall'abbazia piemontese di Fruttuaria, che di certo appartiene già all'inizio del 12° secolo. Il corpo longitudinale dell'edificio ha la forma di una semplice aula, il coro - anche qui al di sopra di una grande cripta con capitelli figurati - consiste in una campata quadrata con abside orientale.Una particolarità del T. nell'ambito dell'architettura romanica della Svizzera è rappresentata dalle numerose chiese biabsidate (Chironico, Corzoneso, Prugiasco-Negrentino, Cademario, Semione, Malvaglia), che solo in pochissimi casi sono frutto di un'unica fase costruttiva. In alcune di queste chiese si sono conservati importanti resti di pittura murale romanica, come per es. nella chiesa di S. Carlo a Prugiasco-Negrentino, posta su un'antica mulattiera sulla valle di Blenio che portava dalla Leventina al passo di Nara. La parete interna occidentale mostra qui, in un armonico accordo coloristico, il Cristo apocalittico affiancato dal collegio degli apostoli, presumibilmente una versione abbreviata del Giudizio universale. Lo stile 'bizantineggiante' mette in relazione le pitture con tutto un gruppo di affreschi dell'Italia settentrionale del tardo sec. 11° o degli esordi del successivo, il cui monumento principale è S. Pietro al Monte a Civate. Nel T. vanno annoverate in questo gruppo, tra le altre, le pitture di S. Maria Assunta a Sorengo e di Ss. Pietro e Paolo di Gravesano. Molto più arcaici - cioè di carattere ancora ottoniano - sembrano invece gli affreschi del cleristorio di S. Vittore a Muralto, del tardo sec. 11°; si tratta di un ciclo della Genesi di grande interesse, dove la narrazione si spiega su uno sfondo a fascia continua, come nel S. Pietro di Aosta.Già alla seconda metà del sec. 12° appartengono le pitture di Ss. Pietro e Paolo a Lugaggia-Sureggio. Di maggiore pregio rispetto al ciclo cristologico sono qui la rappresentazione di una città con l'iscrizione Mediolanum e la raffigurazione di uno struzzo, che va certamente intesa come allusione alla soprastante Risurrezione. Per la decorazione dell'abside sembra che sia stato realizzato, in epoca tardoromanica, un vero e proprio programma iconografico secondo il modello consueto, con una Maiestas Domini centrale, circondata dai quattro simboli degli evangelisti, con al di sotto la serie degli apostoli, mentre la parte superiore dell'arco trionfale è occupata in massima parte dall'Annunciazione. Tale programma si ritrova, con un carattere stilistico tutto particolare, nel S. Ambrogio a Cademario (prima metà del sec. 13°) e inoltre nel S. Virgilio a Rovio, nel S. Ambrogio a Camignolo, nel S. Materno di Ascona e in S. Remigio a Corzoneso (tutti del sec. 13°). La chiesa di S. Remigio a Corzoneso conserva inoltre altre due opere di epoca romanica, due figure in stucco dell'inizio del sec. 12°, che attualmente ornano l'altare. Altre sculture in stucco a carattere figurativo si sono inoltre conservate a S. Giorgio a Castro.Il Romanico fu per il T. un'epoca di fioritura non soltanto per ciò che riguarda l'architettura sacra, ma anche per quella profana. Tra i secc. 11° e 13° sorsero numerosi castelli che tuttora talvolta caratterizzano il paesaggio. Accanto all'impianto di Serravalle, oggi purtroppo in stato di rovina, sulla salita verso il Lucomagno, per il quale è attestato nel 1176 un soggiorno di Federico Barbarossa, va soprattutto ricordato l'imponente impianto fortificato di Bellinzona. Sorse qui, nel corso del Medioevo, uno dei più impressionanti sistemi difensivi della Svizzera, costituito da una diga di sbarramento (la Murata) e da tre castelli: il castello Grande o castel Vecchio, la cui torre è citata già nel 1198, il castello Montebello su una terrazza naturale di fronte al castello Grande, a E della città (sec. 13°), e il castello di Sasso Corbaro (o di Cima), edificato al posto di una torre ancora più a E. Anche Locarno già nel pieno Medioevo disponeva di un castello; l'attuale struttura architettonica risale tuttavia per la maggior parte al sec. 15°, quando vi risiedeva la famiglia dei Rusca.La pittura murale fu nel Tardo Medioevo di gran lunga il mezzo artistico che diede maggiori frutti. Numerose chiese ricevettero una nuova decorazione murale, la cui qualità regge il confronto con quella dell'intera Europa. Per il sec. 14° devono essere citati soprattutto gli affreschi di S. Maria Assunta a Brione in val Verzasca, i quali, insieme con quelli di Campione (enclave italiana nel Cantone del T.), e di Stugl nei Grigioni, costituiscono una delle testimonianze più notevoli della pittura giottesca nell'area alpina. Mentre a Brione si tratta di un ciclo cristologico, nelle pitture di Campione sono raffigurate scene della Vita di s. Giovanni Battista. Il loro stile, che ne attesta la realizzazione nel secondo o terzo quarto del sec. 14°, permette dei confronti con esempi dell'Italia settentrionale, quali Pomposa. È possibile stabilire una paternità norditaliana per l'affresco dei Ss. Ambrogio e Maurizio a Chironico e infatti un'iscrizione attesta che qui fu attivo intorno al 1340 un certo Petruspaulus dictus Socus di Menaggio sul lago di Como. Al sec. 14° risalgono inoltre i dipinti del cleristorio di S. Maria della Misericordia di Ascona, caratterizzati da una contrapposizione tipologica tra scene vetero e neotestamentarie, nel complesso uno dei più ampi cicli di affreschi tardogotici della Svizzera. Già tra la fine del sec. 14° e l'inizio del 15° è invece datata la ricca decorazione esterna di S. Maria dei Ghirli a Campione; la monumentale raffigurazione, che secondo l'iscrizione venne dipinta da Franco e Filippolo de' Veris di Milano intorno al 1400, presenta un Giudizio universale, che in seguito venne copiato nel S. Ambrogio di Cademario e nel S. Mamete di Mezzovico.
Bibl.:
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