TIEPOLO Giandomenico
Pittore e incisore. Figlio di Giambattista e di Cecilia Guardi, sorella di Francesco (nato l'8 agosto 1727, morto il 3 marzo 1804 a Venezia), fu scolaro e collaboratore del padre, tanto precoce, che, se dovessimo credere a una scritta, certo più memorativa che altro, avrebbe eseguito, appena decenne, un affresco nella Foresteria della villa Valmarana, nel 1737. La sua prima opera importante è la decorazione della chiesa dei Ss. Faustino e Giovita di Brescia (1745), a cui subito fece seguito la Via Crucis per l'oratorio del Crocifisso presso San Polo, già incisa nel 1748-49. Nel 1749 incomínciò ad affrescare nella villa di Zianigo, poi del padre e sua; villa a cui attese nel 1771 e nel 1791, allietandola di maschere, di bambocciate e di scherzi, che oggi si possono ammirare, riportati e riassettati nel palazzo Rezzonico a Venezia. Nel 1751-52 segui il padre a Würzburg dove gli spettano, oltre a una collaborazione generica, condotta col fratello Lorenzo e con altri aiuti, alcune sovrapporte. La sua arte, fedelissima al padre, si distingue per il segno tremulo e senza passione, e per l'abuso delle biacche. Sua opera di notevole importanza fu poi la decorazione della scuola di San Giovanni Evangelista, del 1761.
Recatosi in Spagna col fratello Lorenzo vi fu aiuto del padre; la sua collaborazione è specialmente evidente nell'esecuzione delle pale di Aranjuez (1770), ora disperse fra il Prado e alcune raccolte private. Lavorò da solo in un soffitto del Palazzo Reale di Madrid. Dopo la morte del padre, ritornò a Venezia.
Nel 1783 era a Genova, a dipingere nel Palazzo Ducale, e nel 1784 eseguiva a Venezia il bel soffitto per i Contarini, ora nel palazzo Johnston alla Madonna dell'Orto. Oltre che disegnatore, ricco di fantasia e di bravura, fu insigne incisore all'acquaforte, non solo riproducendo ed esaltando quasi in un centinaio di stampe le opere del padre, ma più eseguendo in altri sessanta fogli sue invenzioni, fra cui eccellono davvero le idee pittoresche per la Fuga in Egitto.
Lorenzo, fratello di Giandomenico, nato a Venezia nel 1736, seguace pedissequo e mediocre del padre, che accompagnò a Würzburg e a Madrid, dove risulta da documenti che dipinse un soffitto nel Palazzo Reale. Eseguì acqueforti, disegni e pastelli.
Bibl.: G. Fiocco, L. T., in Boll. d'arte, n. s., V (1925-26), pp. 18-48.