TIEPOLO
. È tra le più antiche e cospicue famiglie patrizie veneziane. I genealogisti - senza alcun serio fondamento - la fanno oriunda di Rimini, e fra le partecipi alla fondazione del dogado. Storicamente pare si affermi con un Bartolomeo, procuratore di San Marco (1049; morto nel 1062 [?]). I Tiepolo figurano poi, nella storia di Venezia, come dogi (v. Giacomo; Lorenzo), procuratori di San Marco, diplomatici, uomini d'arme e di toga, ecclesiastici. Fra essi: Pietro, di Giacomo, podestà di Treviso (1236) minacciata da Ezzelino da Romano, e di Milano (1237); e in tale sua qualità guidò i Milanesi nella battaglia di Cortenuova contro Federico II; fatto prigioniero, fu portato da Cremona a Pisa e da Pisa a Trani e qui impiccato, per ordine di Federico II; Andrea e Giovanni, pure di Giacomo, fratelli del precedente, che ugualmente parteciparono, in vario modo, alle guerre contro Federico II; Giacomo, di Lorenzo, conte di Zara, provveditore d'armata in Siria (1268), capo d'una spedizione contro Ancona (1275), assai benviso all'elemento popolare veneziano, tanto che, alla morte del doge Giovanni Dandolo (1288) lo si voleva a successore, ma, per esortazione del Maggior Consiglio, timoroso d'un ritorno alle primitive tumultuarie forme d'elezione ducale, si ritrasse in una sua villa a Marocco presso Treviso, permettendo in tal modo l'elezione di Pietro Gradenigo, il doge della cosiddetta "serrata" del Maggior Consiglio; nel 1290 partecipò alla spedizione crociata in soccorso di Tolemaide; Baiamonte (v.), suo figlio, celebre per la congiura Querini-Tiepolo; Niccolò, di Francesco, morto nel 1551, distintosi negl'incarichi diplomatici: ambasciatore a Clemente VII (1523), al congresso di Bologna (1530), a Paolo III (1534), a Carlo V a Genova (1536), al convegno di Nizza (1538), a Carlo V a Verona (1542), nelle podesterie: a Rovigo (1522), Brescia (1525), Padova (1528); Stefano, di Paolo (morto nel 1557), difensore di Corfù contro i Turchi (1537), capitano general da mar (1532), ambasciatore a Solimano, inquisitore generale in Terraferma, podestà a Padova, procuratore di San Marco (1553); Almorò di Stefano, segnalatosi nella campagna contro i Turchi (1570) e contro gli Uscocchi (1576 e 1591), e contro le masnade di Marco Sciarra, assoldate da Venezia per combattere gli Uscocchi, ma poi ribellatesi; provveditore d'armata (1593-97), e governatore di Raspo (1597) dove muore nello stesso anno; Paolo, di Stefano (morto nel 1585), più volte ambasciatore: ad Enrico II di Francia (1555), alla corte di Spagna (1560), a Pio V (1568), a Gregorio XIII (1573), procuratore di San Marco (1576); Antonio, di Niccolò (1526-1582), ambasciatore a Sigismondo di Polonia (1570), a Filippo II (1571), in Portogallo, a Firenze (1579) per l'incoronazione di Bianca Cappello, bailo a Costantinopoli (1573), ecc.; Giandomenico, di Almorò (1650-1730), che ricoprì varie podesterie, fu provveditore generale in Terraferma: eruditissimo, fondò un prezioso gabinetto di antichità; Giovanni, di Francesco (morto nel 1647), ambasciatore a Ladislao IV di Polonia (1633), alla casa di Savoia, ecc.; Lorenzo, di Francesco, ambasciatore in Francia (1702), a Vienna (1708), a Roma presso Clemente XI (1710), procuratore di San Marco (1712), bibliotecario di San Marco (1736); Gian Domenico Almorò, di Alvise (1763-1836), autore dei Discorsi sulla storia veneta, in confutazione della Storia di Venezia del Darù (Udine 1828).
La famiglia Tiepolo, che comprendeva i rami di Sant'Aponal (Apollinare), San Polo (Paolo), San Fantin, continua nei discendenti diretti di Giandomenico Almorò di Alvise (ramo di San Polo).
Bibl.: P. Litta, Famiglie celebri italiane. Su Paolo, di Stefano, v.: E. Cicogna, Cenni intorno a Paolo T. ambasciatore, Venezia 1845. - Su Giandomenico, v. i Cenni biografici nel vol. VI della Raccolta del Tipaldo. - Sul Museo Tiepolo, v. Musei Theupuli antiqua numismata..., Venezia 1736, voll. 2; Moschini, Letteratura veneziana del sec. XVIII, I, i, pp. 80-81.