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TIFO

di Giuseppe GIUNCHI - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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TIFO (XXXIII, p. 833)

Giuseppe GIUNCHI

I progressi dell'ultimo decennio riguardano la migliore conoscenza della struttura antigene del bacillo tifico e la differenziazione dei bacilli tifici in varî tipi. Queste nuove acquisizioni, di grande interesse scientifico, hanno anche importanza pratica non trascurabile per le applicazioni nell'epidemiologia, nella diagnostica e nella terapia della febbre tifoide.

Epidemiologia. - Nel 1938 Craigie e Yen hanno dimostrato che è possibile differenziare i ceppi di bacilli tifici in varî tipi ben definiti in base alle loro sensibilità all'azione di particolari batteriofagi. Questa scoperta ha permesso di perfezionare le ricerche epidemiologiche; infatti è oggi possibile stabilire rapporti precisi fra singoli casi di febbre tifoide ad insorgenza sia epidemica sia sporadica, in quanto tutti i casi derivanti da una stessa fonte di contagio debbono essere necessariamente sostenuti da bacilli tifici dello stesso tipo. Per contro la constatazione di tipi diversi di bacilli porta a concludere per una pluralità delle fonti di contagio, rappresentate di solito da portatori cronici di bacilli.

Diagnostica. - I cardini su cui poggia la diagnosi clinica sono ormai fissati definitivamente da alcuni decennî. I perfezionamenti recenti riguardano la diagnosi batteriologica e sierologica. La coltura di materiale prelevato dal midollo sternale (mielocoltura) rappresenta un utile perfezionamento della emocoltura. La sieroreazione di Widal, utilizzata da un cinquantennio, è oggi perfezionata con l'analisi qualitativa delle agglutinine somatiche e flagellari secondo Felix.

Il bacillo tifico possiede diversi antigeni. Quelli che dal punto di vista delle applicazioni sierodiagnostiche più interessano sono due, contenuti rispettivamente nel corpo antigene somatico e nelle ciglia del bacillo (antigene flagellare o ciliare), contrassegnati con le lettere O ed H. All'antigene somatico O e all'antigene ciliare H corrisponde la comparsa nel sangue del tifoso dei due relativi anticorpi agglutinanti: agglutinine O e agglutinine H. La tecnica della siero-agglutinazione secondo Felix permette di titolare separatamente le due agglutinine. Le agglutinine O sono più specifiche, compaiono più precocemente e presentano un progressivo aumento nel corso della malattia. Esse restano presenti nel sangue dei vaccinati molto meno a lungo che le agglutinine H. La titolazione delle agglutinine O permette quindi di stabilire con maggiore sicurezza la diagnosi di tifo, evitando le cause di errore dovute a sieroreazioni di Widal positive in via aspecifica e inoltre offre la possibilità di stabilire una differenziazione tra sieroagglutinazione positiva per malattia o per pregressa vaccinazione antitifica. Problema questo della massima importanza, data l'estensione delle vaccinazioni a grandi masse umane durante le due guerre mondiali. La positività delle agglutinazioni O ad una diluizione del siero di 1:100 nei non vaccinati, e oltre 1:200 nei vaccinati, è probativa per la diagnosi di febbre tifoide.

Terapia. - Le nozioni sul patrimonio antigene dei bacilli tifici, oltre che per le applicazioni siero-diagnostiche, sono utilizzate per la selezione di opportuni ceppi con i quali vengono preparati i vaccini. Questi, oltre che per la vaccinoprofilassi, sono oggi largamente usati per la vaccinoterapia antitifica per via endovenosa, la quale, se intrapresa in fase iniziale di malattia, è decisamente utile. Non esiste ancor oggi una chemioterapia della febbre tifoide. Fra gli antibiotici, recentemente scoperti, alcuni sono attivi in vitro sul bacillo tifico e tra questi deve essere segnalata la streptomicina. Gli esperimenti terapeutici con questo farmaco hanno però dato nell'uomo risultati poco soddisfacenti.

Vedi anche
Aedes Genere di zanzare (Ditteri Nematoceri, famiglia Culicidi) comprendente numerose specie tra le quali: Aedes aegypti, tropicale e subtropicale, vettrice della febbre gialla e della dengue, trasmette anche filarie e numerosi altri agenti patogeni; Aedes mariae, mediterranea. Le femmine pungono l’uomo e ... vaccino Preparazione rivolta a indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). In origine, il termine designava il vaiolo dei bovini (o vaiolo vaccino) e il pus ricavato ... microbiologia Ramo delle scienze biologiche che ha per oggetto lo studio dei microrganismi, esseri viventi con dimensioni inferiori al millimetro, la cui osservazione richiede l’uso del microscopio ottico. I microrganismi possono essere eucarioti (protozoi, funghi microscopici e la maggior parte delle alghe), procarioti ... virus biologia e medicina Gruppo di organismi di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche costituiti da un acido nucleico rivestito da un involucro proteico (capside) incapaci di una sintesi proteica autonoma e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata; sono agenti ...
Tag
  • VACCINOTERAPIA
  • STREPTOMICINA
  • CHEMIOTERAPIA
  • BATTERIOFAGI
  • ANTIBIOTICI
Altri risultati per TIFO
  • gialla, febbre
    Dizionario di Medicina (2010)
    Malattia tropicale, endemica in molte regioni dell’Africa equatoriale e dell’America Meridionale, prodotta da un flavivirus (virus amarillico) inoculato all’uomo da una zanzara, per lo più Aedes aegypti. Nell’uomo si presenta di solito come una grave epatite infettiva acuta, febbrile. La diagnosi si ...
  • FEBBRE GIALLA o tifo itterode
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Vocabolario
tifo
tifo s. m. [dal gr. τῦϕος «fumo, vapore; fantasia; febbre con torpore» (cfr. lat. typhus «superbia»)]. – 1. In medicina, nome dato a più quadri morbosi che, pur presentando le più disparate eziopatogenesi, hanno in comune (almeno in una...
dermotifo
dermotifo s. m. [comp. di dermo- e tifo]. – Sinon. di tifo esantematico.
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