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TIMO

di Bindo de Vecchi - Enciclopedia Italiana (1937)
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TIMO (dal gr. ϑυμός; fr. thym; sp. timo; ted. Thymus; ingl. thymus)

Bindo de Vecchi

È una ghiandola a secrezione interna, presente in tutti i vertebrati. Nell'uomo si trova in pieno sviluppo solo nel feto e nel bambino. È un organo irregolarmente rotondeggiante, spesso lievemente appiattito, bilobato, roseo, di consistenza e apparenza carnosa; esso si trova subito al didietro dello sterno e delle cartilagini costali e appoggia sopra la base del cuore, che ne è separato dal suo involucro (pericardio); verso l'alto, il timo sporge lievemente alla base del collo, coprendo i grossi vasi sanguigni e la trachea. Ma il suo sviluppo e quindi la sua estensione variano grandemente nelle diverse età: nella specie umana il timo, voluminoso già nel neonato (nel quale pesa circa 15 gr.), aumenta progressivamente di dimensioni e di peso negli anni successivi, fino a raggiungere il massimo sviluppo verso l'epoca della pubertà (30-32 gr.); dopo questa, il timo regredisce rapidamente e s'atrofizza nel giro di pochi anni; residui sono scarsi e incostanti al termine dello sviluppo (1-4 gr.). Mentre l'accrescimento del timo aumenta in senso assoluto fino alla pubertà, tuttavia l'accrescimento relativo allo sviluppo del corpo diminuisce fino dalla nascita: da 4% nel neonato fino a 0,4% in un uomo di 20 anni.

Il timo è composto da numerosi lobuli inseriti a un cordone centrale; ogni lobulo alla sua volta presenta una parte superficiale (corticale) e una parte centrale (midollare), che si continua nel cordone suddetto e che costituisce quasi il picciuolo e lo scheletro di ogni lobulo. La corticale è costituita da un tessuto del tutto simile a quello linfoide o linfatico; la midollare presenta meno numerosí elementi cellulari e invece contiene alcune particolari formazioni sferiche che sono chiamate corpuscoli di Hassal; le quali, essendo composte di cellule appiattite e disposte a formare molti mantelli addossati e concentrici, nella sezione trasversa mostrano una struttura "a cipolla", con centro omogeneo. Tali corpuscoli sono in numero di circa 1.350.000 (238 per ogni mmg. di midollare) e dopo la pubertà diminuiscono fortemente, come del resto gli altri componenti tissurali del timo: parallelamente a questa scomparsa del tessuto timico avviene una vivace proliferazione del tessuto grasso circostante (involuzione fisiologica). Residua così il corpo adiposo di Waldeyer. La midollare, e specialmente i corpuscoli di Hassal, provengono nella vita embrionale dalla terza fessura branchiale da alcuni abbozzi, prima cavi e poi solidi, emergenti dalla faringe primitiva, certamente di natura epiteliale. Gli elementi cellulari della corticale (cosiddetti timolinfociti), secondo alcuni, deriverebbero anch'essi dalla stessa faringe primitiva; secondo altri, invece, sarebbero veri e proprî linfociti, che avrebbero infiltrato secondariamente l'abbozzo epiteliale del timo.

Mentre l'involuzione fisiologica avviene dopo la pubertà, si verifica talvolta un'involuzione patologica (involuzione accidentale) del timo nelle malattie che conducono a grave consunzione dell'organismo e in quelle nelle quali si liberano sostanze tossiche, quasi sempre di natura batterica (difterite, scarlattina, polmonite, ecc.); in questi casi il timo appare atrofico, fibroso. Invece altre circostanze patologiche conducono a un ingrossamento del timo per proliferazione e moltiplicazione degli elementi cellulari. L'iperplasia del timo rappresenta una condizione stabile; quando vi si associa l'accrescimento iperplastico diffuso o monodistrettuale del sistema linfatico (tessuto linfoide della milza, delle linfoghiandole, delle tonsille, dell'intestino) si parla di stato timico-linfatico, equivalente essenzialmente alla costituzione clorotica o clorotico-linfatica, alla discrasia linfatica, alla costituziane ipoplasica. Questo stato timico-linfatico non ha netti limiti con il cosiddetto "abito pastoso" (pallore della cute, abbondante pannicolo adiposo): espressione di una tendenza alle manifestazioni infiammatorie essudative della cute e delle mucose (seborrea, croste lattee, intertrigini, congiuntiviti, blefariti, angine, bronchiti, gastroenteriti). Nell'età giovanile lo stato timico-linfatico s'associa a scarso sviluppo (ipoplasia) del cuore e dell'aorta e anche dei genitali, con frequente concomitanza di anomalie viscerali. Nessun particolare reperto si ha a carico dello scheletro, sebbene sperimentalmente sia stata dimostrata una correlazione tra normale funzione del timo e sviluppo scheletrico. Problematici sono i rapporii tra iperplasia del timo e iperplasia del sistema linfatico; sembra che i due stati siano indipendenti e che concomitino quando esiste ipoplasia del sistema cromaffine (cioè difetto di quella secrezione delle ghiandole surrenali, la quale è antagonista della secrezione timica). Nello stato timico si ha nel timo un eccessivo sviluppo della midollare, nello stato timico-linfatico si ha invece un eccessivo sviluppo della corticale.

Molto discusse sono ancor oggi alcune sindromi cliniche nelle quali si possono verificare all'autopsia alterazioni iperplastiche del timo e nelle quali quindi può esser messa in discussione l'iperplasia del timo come lesione causale; le principali sindromi sono: l'asma timico e la morte timica.

Nell'asma timico, data la particolare posizione anatomica del timo, addossato alla trachea e ai grossi vasi, l'iperplasia dell'organo nei bambini potrebbe ostacolare la respirazione, determinando stridore inspiratorio e cianosi asfittica con accessi parossistici di asfissia: e ciò specialmente se deformazioni rachitiche e concomitanti tumefazioni delle finfoghiandole locali restringono lo stretto superiore del torace, dal quale il timo iperplastico emerge. In alcuni casi però questa fenomenologia asfittica dovrebbe essere messa in rapporto piuttosto con fenomeni di turbata secrezione interna del timo iperplastico, più che con puri fatti meccanici da questo determinati. In altri casi, poi, l'iperplasia del timo è una pura concomitanza e la malattia è dovuta essenzialmente alla lesione di altri organi, le paratiroidi (laringospasmo da tetania calciopriva); o a malformazioni della radice della lingua o della laringe.

Anche più controversa è la questione della morte timica, morte fulminea in bambini o adulti in pieno benessere, senza alcuna causa apprezzabile: spesso durante sforzi o atti consueti o banali, durante il bagno (freddo o caldo), per impressioni psichiche o in occasione di una narcosi a scopo chirurgico o di insignificanti manualità terapeutiche. All'autopsia si dimostra un timo iperplasico o un timo persistente in età nella quale doveva essere avvenuta l'involuzione fisiologica, con ipoplasia (sviluppo scarso) del cuore e dell'aorta, mentre mancano alterazioni in organi vitali. Questa concomitanza fra lo stato timico o timico-linfatico e la morte repentina ha fatto supporre una connessione causale. S'è supposto che, per un eccesso nella secrezione interna del timo iperplastico, si svolgano acutamente sul cuore fenomeni d'inibizione che conducono a una paralisi cardiaca. S'è anche supposto che, distendendosi il timo per congestione (in seguito a pasto troppo copioso, ecc.), si propaghi un'eccitazione lungo i nervi timici e cardiaci, che hanno origine comune, onde i fenomeni di sincope. In conclusione, s'ammette oggi la morte timica soltanto in un numero circoscritto di casi, e non è escluso che l'iperplasia del timo, più che la causa diretta della morte, possa essere intesa come l'espressione di una labilità costituzionale nella quale essenzialmente risiedano i fattori oscuri della morte repentina.

Altre alterazioni del timo sono rare; da ricordare la possibilità che il timo subisca fenomeni suppurativi (timiti) o anche l'infiammazione tubercolare o sifilitica. Una particolare forma di lue ereditaria è quella che dà origine ai cosiddetti ascessi di Dubois; si tratta di necrosi e cisti in corrispondenza dei corpuscoli di Hassal; sebbene da alcuni ne sia discussa la natura sifilitica, altri vi ha dimostrato la spirochete della sifilide.

Assai rare sono le proliferazioni maligne (tumori) del timo. Se queste prendono la loro origine dalla midollare, si formano carcinomi i quali possono contenere anche nelle ripetizioni a distanza alcune formazioni assai simili a corpuscoli di Hassal, o per lo meno riportabili a questi (cosiddetti corpi di Han e Thomas). Questi carcinomi sono anche chiamati timomi. Altre proliferazioni maligne prendono invece origine dalle piccole cellule della corticale ed è quindi problematico se siano tumori epiteliali (carcinomi) o connettivali (sarcomi). Certo è che alle proliferazioni maligne sistematiche dei varî distretti del sistema linfatico (leucemie o meglio leucosi, linfosarcomatosi) il timo prende parte, trasformandosi in gran parte in tessuto maligno. Anche raro, ma degno di nota, è il reperto di cisti malformative in sede timica; sono cisti congenite, rivestite da epitelio ciliato; altre volte contenenti anche capelli, cartilagini, tessuto mucoso embrionale. Fanno allora parte di quelle formazioni che sono dette teratomi e che sono inclusioni embrionali abnormi di tessuti diversi, talvolta fino a dare masse solide o cistiche delle dimensioni di una testa di adulto; non sono veri tumori, ma possono divenir tali a un certo momento, sviluppandosi una malignità in alcuni dei tessuti embrionali restati isolati e indifferenziati.

Vedi anche
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