TIMOCRAZIA (τιμικρατία)
Nella teoria politica greca, quale è codificata da Platone e soprattutto da Aristotele, timocrazia è la forma di costituzione in cui diritti e doveri del cittadino sono stabiliti secondo classi censitarie, cioè dipendono dalle ricchezze (τὴν ἀπὸ τιμημάτων πολιτείαν, la definiscono Platone e Aristotele) Platone considera la timocrazia oligarchica, mentre Aristotele distingue il caso in cui la distinzione censitaria colpisca la maggioranza o la minoranza della popolazione: nel secondo caso si può avere democrazia. Democratica infatti era in genere stimata la costituzione beotica del sec. IV pur limitando i diritti agli opliti. Può anche darsi che la distinzione censitaria colpisca i diritti passivi, cioè l'eleggibilità dei meno censiti a determinate cariche, ma lasci intatti i diritti attivi, la partecipazione, cioè, alle assemblee e ai tribunali: questo avveniva in misura differente nelle costituzioni di Solone e di Clistene, da taluni pertanto ritenute oligarchiche, da altri democratiche.
Bibl.: G. Busolt, Griechische Staatskunde, I, Monaco 1920, pp. 306-07; G. Glotz, La Polis grecque, Parigi 1928, pp. 140-41, 340-41.