TIMONIDAS (Τιμονίδας)
Ceramografo corinzio, che ha dipinto e firmato un notissimo vaso a bottiglia del Museo Naz. di Atene, (MN 1 = CC 620): Timonidas m'egraphe. Sul corpo è rappresentata una scena complessa, a vari personaggi, l'agguato a Troilo.
La composizione e le figure si gustano solo nel disegno, che svolge l'episodio su superficie piana, perché la complessità della scena e la tecnica a linea di contorno, usata per le figure femminili e le vesti (tecnica che non dà risultati soddisfacenti per un fregio di altezza così limitata), generano confusione. Si direbbe quasi che un pittore abituato a superfici più ampie abbia tentato di trasportarne la tecnica e il soggetto su un vaso troppo piccolo. Su una tazza di Bruxelles, che il Payne è tentato di attribuire a T., soggetto ed esecuzione si adattano meglio alle esigenze della decorazione vascolare. Tutto un gruppo di tazze è vicino allo stile di T. pur non essendo forse di sua mano: il Payne parla di uno "stile di Timonidas". È vicino al suo stile un arỳballos globulare da Corinto con rappresentazione di gare (v. vol. ii, p. 847, fig. 1111).
Un pìnax frammentario di terracotta, trovato a Penteskouphià presso Corinto (Berlino, Musei Statali), è firmato da un T., figlio di Bias (Timonida[s] egrapse Bia), che per alcuni studiosi è forse lo stesso che ha firmato la bottiglia. Su una superficie più ampia il pittore ha meglio spiegato le proprie qualità di pittore e di compositore.
La data è oscillante. Tenendo conto solo delle datazioni più recenti, si ricorda che il Payne data il vaso a circa il 580 a. C.; il Benson nel secondo venticinquennio del VI sec., altri studiosi considerano il pittore molto più recente e scendono al 550-530 a. C.; alcuni pensano a due diversi pittori. Per il pìnax, solo una datazione intorno al 550-540 a. C. può spiegare la composizione chiusa del cacciatore e del cane, simile, ma più progredita, di quella di identico soggetto sulla oinochòe attica del British Museum, B. 52, attribuita al Pittore di Amasis. Il vaso con Achille e Troilo ha invece lo stile del Corinzio Medio ed è difficile farlo scendere oltre il 575 a. C.
Un frammento di grande pìnax, dal Ceramico di Corinto, con figura di gamba e piede maschile, è stato avvicinato a questo pittore.
Bibl.: J. C. Hoppin, Black-fig., p. 14 ss.; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., I, Monaco 1923, p. 217 ss., con bibliografia prec.; H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 103 ss.; 311, n. 986; 314, n. 1072; A. Rumpf, Malerei u. Zeichnung (Handb. d. Arch.), Monaco 1953, p. 52; A. E. Newhall, The Corinthian Kerameikos, in Am. Journ. Arch., XXXV, 1931, p. 21; J. L. Benson, Geschichte d. korinth. Vasen, Basilea 1953, p. 59, n. 105; D. A. Amyx, The Medaillon Painter, in Am. Journ. Arch., LXV, 1961, p. 11. Arỳballos da Corinto: Hesperia, XXIV, 1955, p. 158 ss.; M. Guarducci, Tre iscrizioni arcaiche di Corinto, in Ann. Atene, XXXVII-XXXVIII, 1959-60, p. 281 ss.; F. Brommer, in Pauly-Wissowa, Suppl. X, 1965, c. 952, s. v.; A. Seeberg, Padded-dancer Vases in The "Style of Timonidas", in Acta Inst. Rom. Norvegiae, II, 1965, p. i ss.