Vedi Timor Est dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La Repubblica democratica di Timor Est è situata nella parte orientale dell’Isola di Timor (a eccezione dell’exclave di Ocusse Ambeno), nel Sud-Est asiatico.
Raggiunta l’indipendenza dal Portogallo nel 1975, Timor Est venne occupata dalle forze armate indonesiane. La fine della Guerra fredda e la conclusione della lunga carriera politica dell’ex presidente indonesiano Suharto posero fine a due decenni di conflitto tra l’esercito indonesiano e le forze del Fretilin, il Frente Revolucionária de Timor-Leste Independente, che si stima abbia causato più di 100.000 morti. Nel settembre 1999, il 78% degli abitanti di Timor Est si espresse a favore dell’indipendenza in un referendum indetto, in seguito alle pressioni internazionali, dal successore di Suharto, Bacharuddin Jusuf Habibie. La scelta indipendentistica generò una nuova spirale di violenza, a partire dalla reazione delle milizie di Timor Est favorevoli all’integrazione con l’Indonesia e sostenute da frange dell’esercito di Giacarta. Il 20 settembre dello stesso anno le forze delle Nazioni Unite, guidate dall’Australia, intervennero con un contingente di 8500 soldati, istituendo la United Nations Transitional Administration in East Timor (Untaet), con il compito di guidare il paese verso la piena indipendenza, che venne raggiunta il 20 maggio del 2002.
Da allora le relazioni di Timor Est con il governo indonesiano sono andate migliorando, e oggi Giacarta è un convinto sostenitore della candidatura di Timor Est a membro dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean). Il principale partner politico del paese è l’Australia, con la quale tuttavia si è aperto negli ultimi anni un contenzioso circa lo sfruttamento delle risorse di idrocarburi al largo delle coste di Timor Est.
Il sistema politico del paese è di tipo parlamentare. Il capo dello stato è il presidente della repubblica, ma il suo ruolo è prettamente simbolico. La politica del paese negli ultimi anni è stata dominata da Xanana Gusmão, già presidente della repubblica dal 2002 e successivamente primo ministro dal 2007; Gusmão è stato anche il fondatore del Congresso nazionale per la ricostruzione di Timor, il partito vincitore delle elezioni del 2012. Nel 2014, di fronte alle crescenti critiche nei confronti dei membri del suo governo per via di alcuni casi di corruzione e cattiva amministrazione e nel tentativo di stabilizzare la situazione politica, Gusmão ha adottato alcuni drastici provvedimenti, tra cui una legge che riduce significativamente la libertà di stampa. Ciò non ha tutavia impedito l’indebolimento del partito del primo ministro, il quale, a febbraio del 2015, è stato costretto a dimettersi. Gusmão ha dichiarato di voler lasciare spazio a esponenti politici più giovani e alle opposizioni. Si è così formato a febbraio un governo di unità nazionale guidato dal capo dell’opposizione Rui Maria Araújo.
Le politiche economiche del governo non sono riuscite a ridurre la forte dipendenza del paese dall’export di idrocarburi e l’economia ha risentito fortemente del crollo dei prezzi di gas e petrolio. Nonostante negli anni passati il pil fosse cresciuto a ritmi superiori al 9%, dal 2013 in poi si è registrato un rallentamento della crescita.