timore
Più che " paura ", indica la " preoccupazione " di salvaguardare il suo buon nome di uomo di dottrina, che spinge D. a commentare le canzoni del Convivio: Movemi timore d'infamia... Temo la infamia di tanta passione avere seguita, quanta concepe chi legge le sopra nominate canzoni in me avere segnoreggiata (Cv I II 15; per il significato di tutto il passo, v. l'ampia nota di Busnelli-Vandelli).
Il termine si lega invece al concetto di " reverenza " nella locuzione Timore di Dio, uno dei sette doni dello Spirito Santo secondo che li distingue Isaia profeta (Cv IV XXI 12; cfr. Is. 11,2). Cfr. Ep VI 10 Nulla... conditio delinquentis formidolosior, quam impudenter et sine Dei timore quicquid libet agentis.