BALBANO, Timoteo (Timotheus Lucensis)
Nato a Lucca nella prima metà del sec. XV, il B., come il fratello Girolamo, segretario di Innocenzo VIII, si trasferì in data imprecisata a Roma, ove compì una modesta carriera nella Curia pontificia, ricoprendo almeno dal 1479 le cariche di scrittore apostolico e di segretario di Sisto IV. Figura singolare del mondo curiale e letterato della Roma del tardo Quattrocento, il B. ebbe fama di "facetus homo" (Cortesi, f. 24 v) e di "iucundissimus vir et urbanissimi ingenii" (A. Poliziano, in Battistini, p. 299). Compose nel 1465 una raccolta di iscrizioni romane e di altre località, nonché di epigrammi e documenti vari (esistente nel sec. XVIII a Firenze in casa Martelli e oggi dispersa), dal titolo: Ex monumentis et reliquiis Urbis tam marmoreis quam aereis quae Latine Graeceque legi potuerunt per Timotheum Balbanum collecta anno salutis MCCCCLXV;di essa rimangono soltanto pochi estratti compiuti da F. Gori nel sec. XVIII (cfr. De Rossi, pp. 389 s.). Una sua breve iscrizione latina in prosa, composta a imitazione di quelle famose di Nevio e di Plauto, fu pubblicata nel 1474 in una silloge di composizioni poetiche edita a Roma in memoria di un giovane paggio di Girolamo Riario, morto prematuramente. Di lui ci è rimasta infine una spiritosa lettera indirizzata, forse nel 1488, a Giovanni Lorenzi, nella quale, in un vivace latino, il B. riferisce un dialogo avuto, dinanzi alla chiesa di S. Agostino con un francese appartenente al seguito del cardinale Pietro di Foix. A lui e ad un altro Balbano di nome Luigi il Poliziano indirizzò il 21 genn. 1489 una lunga lettera latina, nella quale forniva spiegazioni su un passo della vita di Focione di Plutarco, dandone una nuova traduzione latina.
Non si conosce la data di morte del B., ma certo essa fu posteriore a quella del fratello Girolamo, avvenuta il 28 dic. 1492, di cui egli fu erede universale; su di essa il Cortesi riferisce un curioso aneddoto, testimoniante sia l'arguzia dello spirito, sia l'incredulità del Balbano negli oroscopi astrologici.
Fonti e Bibl.: P. Cortesi, De cardinalatu,Romae 1510, f. 24 v; Inscriptiones Urbis Romae latinae,1,in Corpus inscriptionum latinarum,VI, 1, Berolini 1876, p. XLII; G. B. De Rossi, Inscriptiones christianae Urbis Romae,II, 1, Romae 1888, pp. 389 s.; F. Patetta, Di una raccolta di componimenti e di una medaglia in memoria di Alessandro Cinuzzi senese,in Bullett. senese di storia patria,VI (1899), p. 165; M. Battistini, Documenti italiani nel Belgio, in Giorn. stor. d. letterat. ital.,XCVII (1931), pp. 298 s.; P. Paschini, Fra curiali e umanisti alla fine del Quattrocento,in Atti d. Accad. d. Arcadi,IX-X (1932), pp. 173-184; A. Campana, Per il carteggio del Poliziano,in La Rinascita,VI(1943), pp. 444, 446, 448; Mostra del Poliziano nella Biblioteca Medícea Laurenziana,Firenze 1955, pp. 90, 168-170.