BOTTONI, Timoteo
Nacque a Perugia da Nicolò e Francesca Ercolani nel luglio del 1531. Compì gli studi normali fino a sedici anni; quindi si dedicò alla medicina. Verso i vent'anni, per suggerimento dello zio Vincenzo Ercolani, che apparteneva ai domenicani, entrò nell'Ordine, cambiando il nome di Guglielmo in quello di Timoteo e vestendo l'abito a Perugia il 24 dic. 1551. Nel 1552 Si trovava ancora a Perugia, ma poco dopo si trasferì al convento di S. Marco in Firenze, dove, sotto la guida dello zio Ercolani, allora priore, continuò gli studi di filosofia e di teologia. Terminati i quattro anni del corso per divenire padre maestro, insegnò per qualche tempo filosofia nello stesso convento. Nel 1559 una lettera di Benedetto Varchi lo raggiunse a Firenze, ma il 18 maggio 1560 era ormai passato a Roma, chiamato dal cardinal Morone come visitatore del convento di Albano. Restò a Roma nel 1561 e 1562; quindi tornò al convento di Firenze, dove insegnò logica, poi fisica, metafisica e quindi scienze teologiche sino al 1566. In quell'anno fu eletto priore del convento di S. Maria in Gradi di Viterbo, dove compi alcune opere di rifacimento. Passò in seguito ai conventi di Orvieto, San Gimignano e infine, nel 1570, a S. Romano di Lucca. Nel 1573 venne chiamato a Imola dallo zio, che vi era divenuto vescovo. Tornò con l'Ercolani a Perugia nel 1575. Qui resse per qualche tempo il convento di S. Domenico ed ebbe l'incarico della lettura sacra, in cattedrale. Ricevette nel contempo anche il titolo di maestro di studio.
A Perugia il B. restò per qualche anno, coltivando, oltre gli studi teologici, la poesia e la cronaca. Cinque anni dopo venne incluso nella terna dei candidati alla carica di padre generale dell'Ordine. Non venne eletto, ma il nuovo generale Paolo Constabile lo prescelse come vicario durante il suo periodo di visita ai conventi domenicani. Terminato il vicariato, fu inquisitore generale a Genova e poi, per interessamento di Carlo Borromeo, confessore del duca Carlo Emanuele di Savoia. Poiché in genere il confessore di corte svolgeva anche una delicata funzione politica, non fa meraviglia vederlo seguire il duca in un viaggio in Spagna, dove si era recato per il matrimonio con Caterina d'Asburgo-Spagna. La morte dello zio richiamò il B. improvvisamente a Perugia nel 1586. Lanno dopo fu inviato a "riformare" l'Ordine dei padri silvestrini. Quindi si ritirò di nuovo a Perugia, dove attese alla cura del suo convento e si dedicò agli studi storici e morali.
Morì il 13 giugno 1591.
Fu certo la conoscenza fatta a Firenze di Benedetto Varchi e di Lelio Bonsi ad ispirare precocemente al B. uno spiccato interesse per la poesia. Nel gennaio 1559 il Varchi aveva avuto delle espressioni di apprezzamento per alcuni sonetti del B. scritti a Firenze, e così Lelio Bonsi nel 1561. Nello stesso anno il B. aveva completato una traduzione in versi sciolti del primo libro dei Re, che aveva intitolato Basiliade e che si conservava, sino alla fine del Settecento, nel convento di S. Domenico a Perugia. Del B. resta una raccolta di Poesie sacre, scritte tra il 1558 e il 1565, pubblicate a Perugia nel 1779 da Cesare Orlandi. Ma è certo che non si tratta che di parte della sua produzione, poiché, a quanto risulta dalle lettere a lui inviate dallo zio e da altri, continuò per lunghi anni a inviare sonetti agli amici.
Al 1566 risale invece con sicurezza la Vita del p. F. Girolamo Savonarola, che si conserva nella Biblioteca Augusta di Perugia. Si tratta, con ogni probabilità, di una trasposizione autografa del B. di un precedente codice (di cui si discute l'attribuzione a fra' Pacifico Burlamacchi) da lui visto nella Biblioteca del convento di S. Marco. Gli Annali del convento di S. Domenico dal 1200 al 1600 (poi trasformati in una cronaca del mondo) sono invece databili, in base al contesto, al 1577-78. Dopo quell'anno furono continuati da due diversi priori del convento di Perugia. L'ultima fase dell'attività intellettuale del B. consistette nella traduzione di opere storiche e morali dallo spagnolo. Nel 1589 pubblicò l'Istoria generale di S. Domenico di Ferdinando del Castillo; poi le Lettere spirituali di Giovanni d'Avila (Firenze 1590) e gli Avvertimenti cristiani di Francesco d'Avila (post., Venezia 1599). Alcuni biografi aggiungono alla lista delle opere traduzioni dal francese e dal greco, un libro De contractibus, un volume di 600 sentenze ed alcuni sermoni, che non sono rimasti. Il Vermiglioli aveva invece veduto, nell'archivio domenicano di Perugia, tre orazioni composte durante il periodo dell'insegnamento come padre maestro.
Fonti eBibl.: Perugia, Bibl. Augusta, mss. C. 18 e C. 68: Lettere di V. Ercolani;Ibid., mss. 1150 e 1151: Annali del P. M. F. Timoteo Bottonio;Ibid., ms. 1362: Vita del P. F. Girolamo Savonarola;Ibid., ms. G. 73: Poesie sacre volgari di T. B.;Ibid., ms. 1061: La seconda parte del libro chiamato abecedario spirituale... composto peril P. F. Francesco d'Ossuna in lingua spagnuolae tradotto da fra' T. B.;C. Crispolti, PerugiaAugusta, Perugia 1648, pp. 121-123, 369-370; L. Iacobilli, Bibliotheca Umbriae, Fulginiae 1658, p. 258; A. Oldoini, Athenaeum Augustum, Perusiae 1678, p. 316; C. Orlandi, Poesie sagre del p. maestro fr. T. B., I, Perugia 1749 (con ampia biografia); F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, IV, Milano, 1749, p. 227; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1907-09; G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1828, I, pp. 244-248; G. Mignini, La vita di fr. Girolamo Savonarola scritta dal p. T. B.perugino, Perugia 1886; P. Villari, Saggi storici e critici, Bologna 1890, pp. 297-326; G. Schnitzer, Il Burlamacchi e la sua "Vita del Savonarola", in Arch. stor. ital., XXVIII (1901), pp. 257-295; I. Taurisano, I domenicani in Lucca, Lucca 1914, ad Indicem;R. Ridolfi, La vita del Beato IeronimoSavonarola, Firenze 1937, passim;R. Guarnieri, Ricordi d'una visita apostolica del 1566 a cisterciensi di Toscana, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, V (1951), pp. 99-106; J. Quétif-J. Echard, Script. Ord. praed., II, 1, New York 1959, pp. 304 s.; B. Carderi, La provincia domenicana d'Abruzzo, in Arch. fratr. praed., XXXIV (1964), p. 220.