timpanoplastica
Trattamento chirurgoplastico dell’otite cronica; questa tecnica chirurgica riguarda la membrana timpanica o uno dei diversi elementi dell’orecchio medio.
Quando la chirurgia interessa solo la membrana timpanica si utilizza il termine di miringoplastica. Tre sono le vie di accesso chirurgiche principali: la via del condotto, o transmeatale, la via endoaurale di Shambaugh e la via retroauricolare. La via del condotto può essere utilizzata quando la chirurgia è limitata al timpano (piccola perforazione) o alla cassa (asportazione ossiculoplastica di una piccola perla epidermica). La via di Shambaugh è utilizzata per la chirurgia timpano-ossiculare quando non si prevede una procedura mastoidea. La via retroauricolare è privilegiata quando si prevede una chirurgia timpanica associata a una procedura mastoidea.
Negli ultimi decenni sono stati numerosi i materiali impiegati per l’innesto timpanico: l’aponeurosi del muscolo temporale (più comun. detta fascia temporale), il pericondrio tragale, il grasso (prelevato spesso dal lobulo), la cartilagine usata frequentemente in associazione con il pericondrio. I materiali impiegati per sostituire gli ossicini e vicariare l’effetto columellare sono diversi: quando è possibile si impiega un ossicino del paziente, in gran parte dei casi l’incudine, che viene rimodellata; in genere può essere utilizzata per un montaggio staffa-timpano o platina-timpano in funzione della lunghezza dell’apofisi lunga. La sua massa, la sua forma e la sua biocompatibilità ne fanno un materiale di elezione. Possono essere utilizzati altri materiali di autoinnesto come la testa del martello, un pezzo di corticale mastoidea o un pezzo di cartilagine. Per quanto riguarda le ossiculoplastiche realizzate mediante protesi sintetiche, i materiali che si sono dimostrati più affidabili sono rappresentati da idrossiapatite e titanio, che presentano densità tali da renderle paragonabili a un ossicino. L’idrossiapatite ha un’elevata biocompatibilità, viene ricoperta dalla mucosa e si integra alla faccia profonda della membrana timpanica; è stabile nel corso del tempo, anche in caso di episodi infettivi ripetuti. Il titanio è un metallo perfettamente biocompatibile, leggero e rigido; è possibile adattare l’altezza della protesi cercando la tensione più adeguata. Al contrario dell’idrossiapatite, l’interposizione di cartilagine tra la protesi e il timpano è indispensabile per evitare l’estrusione. Nel caso in cui non venga conservata la parete posteriore del condotto uditivo esterno esistono tecniche di ricostruzione dell’epitimpano atte a evitare la retrazione timpanica a questo livello. I materiali più utilizzati sono la cartilagine del trago o della conca e l’osso corticale mastoideo: la cartilagine è sicuramente più conformabile ma anche l’innesto corticale mastoideo costituisce un ostacolo stabile e solido alla retrazione timpanica.
La valutazione dei risultati anatomici e funzionali deve prevedere un follow-up lungo almeno 5 anni; le variabili che intervengono nella prognosi delle timpanoplastiche sono numerose ma possono essere riassunte dall’acronimo SPITE. Vanno esaminati infatti i fattori chirurgici (Surgical), protesici (Prothesis), infettivi (Infection), tissutali (Tissues) e tubarici (Eustachian tube).