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tin tin

di Andrea Mariani - Enciclopedia Dantesca (1970)
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tin tin

Andrea Mariani

L'onomatopea compare in Pd X 143, dove D. " discrive in quanto puote tutto il moto delli orioli e loro suono " (Ottimo): l'una parte e l'altra [del meccanismo] tira e urge, / tin tin sonando con sì dolce nota, / che 'l ben disposto spirto d'amor turge. Benvenuto ricollega la locuzione a fonti latine: " sonando tin tin, idest pulsando campanellas, quarum sonus appellatur ‛ tinnitus ': unde et campanella dicitur ‛ tintinnabulum ' "; Si veda per es. Virgilio Georg. IV 64.

Altri commentatori sentono l'espressione come un'invenzione dantesca, derivata dall'osservazione della realtà: " le campanelle delli orioli... suonano ‛ tin tin '... quando sono percosse dai loro martellini " (Buti), e " tin tin... è la voce del campanuzzo del destatoio ", aggiunge il Landino. Suggestiva è anche la chiosa del Cesari.

Per quanto riguarda il dubbio se le due sillabe vadano lette unite, o staccate, si veda il Lombardi: " sembra che staccate... le sillabe, esprima meglio il suonare della campana ".

V. anche TINTINNO.

Vocabolario
tin tin
tin tin (o tintìn). – Voce onomatopeica, imitante il suono di un campanello, o, più genericam., ogni suono argentino a colpi staccati: come orologio che ne chiami ... Tin tin sonando con sì dolce nota (Dante). In funzione di s. m.: il tin...
ùrgere
urgere ùrgere v. tr. e intr. [dal lat. urgēre «incalzare, spingere, sollecitare»] (io urgo, tu urgi, ecc.; non sono usati il pass. rem., il part. pass., né, di conseguenza, i tempi composti). – 1. tr. Incalzare, sospingere: come orologio...
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