FILIPPONE SINISCALCHI, Tina
Nacque a Roma nel febbraio 1903. Ancora in tenera età si trasferì con la famiglia definitivamente a Napoli. Qui, giovanissima, iniziò gli studi musicali, agevolata dagli interessi artistici dei suoi familiari; la madre era infatti diplomata in pianoforte al conservatorio di S. Cecilia di Roma ed il patrigno, il notaio Bindo Siniscalchi, aveva studiato il medesimo strumento sotto la guida di F. Cilea ed A. Longo.
All'età di sei anni la F. fu iscritta al liceo musicale di Napoli, dove intraprese lo studio del violino, quindi passò allo studio del pianoforte sotto la guida di E. Marciano, direttore dello stesso liceo. Rivelò notevoli attitudini e conseguì i primi successi. A nove anni esordì alla Società del quartetto di Napoli, dove eseguì il Concerto in re min. K 466 per pianoforte e orchestra di W. A. Mozart, distinguendosi per il nitore della tecnica. Dodicenne, si esibì poi alla presenza di oltre tremila persone al teatro Politeama di Napoli nella Campanella di F. Liszt, con ampi consensi.
Nel marzo 1915, in un saggio presso il Liceo musicale, A. Longo la segnalò come abile interprete del suo Tema con variazioni Op. 11. L'anno seguente, proprio per interessamento del Longo, ottenne un'audizione a S. Cecilia dove, il 24 marzo 1916, alla presenza del direttore E. Bossi, eseguì il Preludio corale e fuga di C. Franck ed alcune musiche di F. Chopin, Bossi, Longo e C. Palumbo. Il successo fu tale che la presidenza del Liceo romano richiese alla pianista tredicenne di esibirsi all'Augusteo. Qui la F. eseguì il Concerto in re min. K 466 di Mozart, il Concerto in mi min. n. 1 Op. 11 di Chopin, un concerto di C. Saint-Saëns e, come solista, musiche di Chopin, Franck e J. Brahms, tra gli autori romantici, e G. Martucci, A. Savasta, Bossi, Longo e Palumbo tra i moderni. In tale occasione fu particolarmente apprezzata la sua esecuzione dello Studio in fa min. Op. 25n. 2 di Chopin-Brahms.
Nel marzo 1917 tornò all'Augusteo, con il primo concerto di Chopin, cui fecero seguito la seconda metà dei Preludi Op. 28, alcuni pezzi di autori italiani, tra cui Palumbo, Savasta e Cilea, ed infine, fuori programma, due studi di Chopin. L'11 aprile dello stesso anno, alla Filarmonica, prese parte a una serie di "4 concerti a pagamento di musica italiana" (cfr. Giraldi): eseguì una Passacaglia di G. Frescobaldi, la Sonata in si magg. di Longo, i Cinque pezzi Op. 137 di Bossi, l'Intavolatura di L. Leo e la Sarabanda e Capriccio dalla Suite nello stile antico Op. 42 di Cilea. Il 10 giugno si recò a Parigi, dove si esibì nella sala Gaveau, insieme con una troupe di artisti italiani, tra i quali il direttore B. Molinari, il soprano Chiarina Fino-Savio ed il violinista A. Serato. Dopo una tournée nelle maggiori città italiane, iniziata a Napoli nel febbraio 1918, tornò all'Augusteo, dove il 5 genn. 1919 eseguì il Concerto in re min. K 466 di Mozart, l'Aria romanza e finale di Franck ed un concerto di Martucci. Alla fine dello stesso mese fu di nuovo nel prestigioso teatro romano con la Sonata Op. 111 di L. van Beethoven ed i 24preludi Op. 28 di Chopin. Negli anni successivi fu a Ginevra, Zurigo e in Spagna.
Rientrata in Italia, nel gennaio 1923, si presentò nuovamente alla Società del quartetto di Napoli, dove diede prova di grande maturità interpretativa in un breve ma poderoso concerto comprendente musiche di Franck, F. Granados, I. Albeniz, Liszt e Chopin. Successivamente partecipò alla commemorazione martucciana presso il teatro S. Carlo di Napoli; quindi, dopo aver compiuto una serie di concerti alla Società del risveglio di Bologna ed alla Filarmonica di Como, si recò in America. Dopo tre mesi di concerti in vari Stati del Nord, rientrata in Italia, si esibì per l'ultima volta a Napoli nel dicembre 1924, avendo dovuto rinunciare, a causa di una malattia nervosa, a nuove tournées.
La F. morì improvvisamente a Resina (odierna Ercolano), presso Napoli, a soli 23 anni, il 15 sett. 1926.
Ricordata soprattutto per essere stata la prima artista ammessa all'Augusteo, ebbe occasione di farsi notare da personalità importanti nel mondo musicale dell'epoca. A. Longo ammirava allo stesso tempo "a sua tecnica sbalorditiva e la capacità di far vibrare e commuovere l'anima delle moltitudini" (cfr. L'arte pianistica…, p. 5). Esecutrice di un vasto repertorio, predilesse gli autori romantici, i più vicini al suo temperamento. Nonostante la brevità della sua carriera, dovuta all'immatura scomparsa, divenne molto nota all'estero, in particolare a Parigi dove, come veniva sottolineato su Il Mattino, "la critica togata riconobbe in lei la più grande tra le giovani pianiste italiane".
Fu pure autrice di composizioni per pianoforte, che pubblicò nelle edizioni Izzo di Napoli.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Mattino, 17-18 sett. 1926;notizie in L'Arte pianistica nella vita e nella cultura musicale, III (1916), 4,p. 5; IV (1917), 3, pp. 5 s.; 8, p. 5; V (1918), 12, p. 6; Musica d'oggi, V (1923), 1, p. 25; VIII (1926), 10, p. 302; Vita musicale italiana, XIII (1926), 9 s., p. 3; R. Giraldi, L'Accademia filarmonica romana dal 1868 al 1920…, Roma 1930, p. 325; A. DeAngelis, Diz. dei musicisti, p. 211, App., p. 90; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, I, p. 543.