TINI
– Famiglia di editori, tipografi e librai originari di Sabbio (l’odierna Sabbio Chiese) in Val Sabbia a Monte di Salò, diocesi di Brescia, attivi a Milano dal 1568 al 1612 sia in proprio, sia per conto terzi o in società con altri editori, dediti all’editoria musicale almeno dal 1572.
Fra i membri attivi in campo editoriale si conoscono i fratelli Michele, Comin e Battista, figli di Giovanni Tini; i loro cugini (Giovanni) Pietro, Francesco e Simone, figli di Antonio Tini e di una sorella di Giovanni Antonio degli Antoni, a sua volta nativo di Sabbio e attivo nello stesso campo (albero genealogico in Toffetti, 1999, p. 252); un Antonio attivo nel 1591 e un Giovanni Antonio erede di Simone.
Michele nacque a Sabbio intorno al 1552 e si trasferì a Milano intorno al 1567, dove lo raggiunsero Comin (intorno al 1576) e Battista (nel 1578). Nel 1568 stampò le Meditationes mysteriorum Passionis di Giovanni Giacomo Gabbiano e cominciò a stampare in proprio o per conto dello zio Giovanni Antonio degli Antoni. Fra il 1571 e il 1576 continuò a pubblicare in proprio o a istanza dei cugini Pietro e Francesco. Il 3 agosto 1578 stipulò un contratto con il seminario di Milano insieme a Comin e Battista; può darsi che sia stato scelto dall’arcivescovo grazie ai contatti con i cugini librai. Da allora fu attivo come typographus seminarij in un edificio di proprietà nella parrocchia di S. Babila.
In seguito a un conflitto giurisdizionale fra Antonio de Guzmán, governatore dello Stato di Milano, e l’arcivescovo Carlo Borromeo, il 10 marzo 1580 Michele fu imprigionato e la sua bottega distrutta dai soldati del governatore. La marca «typographum Seminarij» ricomparve però in alcune pubblicazioni successive (Luis de Granada, Concionum [...] tomi sex, 1582). Uscito di prigione nell’aprile del 1580, in cattive condizioni fisiche ed economiche, il 21 maggio si mise in società con Giacomo Piccaglia (Piccaia): in quell’anno i due compagni pubblicarono almeno tre volumi. Dal 1581 al 1592 continuò a stampare in proprio o per conto dei cugini e loro eredi (Francesco e Simone; Pietro; Francesco ed eredi di Simone; eredi di Pietro) o di terzi (Matteo Besozzi e soci), con un picco di produttività nel 1584 (risultano almeno diciannove edizioni). Secondo uno stato d’anime, nel 1589 doveva avere trentasette anni e viveva nella parrocchia di S. Protaso ad Monachos con la moglie Angelica, il figlio Giovanni Battista di un anno, una certa Pompea e due servitori (in un ulteriore stato d’anime non datato si trova anche un Bartolomeo Tini, tredicenne, qualificato come suo servo; Toffetti, 1999, p. 251).
Dal 1587 al 1590 stampò una ventina di libri di musica per conto di Francesco e degli eredi di Simone Tini. Fra gli altri titoli figurano ristampe del quarto libro di mottetti a cinque voci di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1587) e del primo libro dei madrigali a quattro di Claudio Merulo (1588), nonché i Magnificat di Giulio Cesare Gabussi, maestro di cappella in duomo (1589). Pubblicò in proprio tre edizioni musicali tra il 1591 e il 1592, all’incirca nella fase di transizione tra la ditta «Francesco & eredi di Simone» (1584-90) ed «eredi di Francesco & Simone» (1591-98). Alcuni elementi conservati nella forma tipografica inducono a ritenere che Michele possa aver stampato edizioni apparse con queste due ragioni sociali anche quando il suo nome non comparve sui frontespizi (Vitolo, 2003, pp. IV e XV n. 55). Stampò con la marca tipografica della Fama («ad signum famae»), figura femminile alata che suona due trombe, che era anche l’insegna della sua bottega.
Michele morì in data ignota, dopo il 1592.
(Giovanni) Pietro, Francesco e Simone, cugini di Michele, nati a Sabbio intorno alla metà del XVI secolo, erano figli di Antonio (non si sa se costui fosse lo stesso Antonio Tini che, ristampando nel 1591 l’opuscolo del Discorso delle croci miraculosamente apparse nella città di Burges, utilizzò una marca tipografica con il giglio fiorentino che era già stata impiegata da Michele, da Pietro, da Pietro e Francesco, e dagli eredi di Pietro). Venuti a Milano tra il 1563 e il 1566 per lavorare con lo zio Giovanni Antonio degli Antoni, i tre fratelli si resero indipendenti e prima del 1575 acquistarono per 800 scudi un negozio in piazza dei Mercanti, forse sulla base di un prestito concesso dallo zio. In quell’anno ottennero la cittadinanza milanese, con l’esenzione dal datium rippae e dal datium vetus, tasse cui erano soggetti i cittadini non milanesi, a condizione di rimanere a Milano e pagare le imposte dovute. Sempre nel 1575, da una petizione di degli Antoni al governatore dello Stato di Milano, risulta che i loro rapporti si erano andati inasprendo (Toffetti, 1999, p. 263).
Non è improbabile che lo zio avesse invitato a Milano i nipoti in un periodo favorevole per l’editoria milanese, in parte dovuto all’impulso dell’arcivescovo Borromeo, ma che poi – a maggior ragione nella fase di contrazione degli affari successiva alla morte del prelato (1584) – i familiari si fossero infine tramutati in concorrenti.
(Giovanni) Pietro, attivo prevalentemente come libraio, si stabilì a Milano nel 1563 in casa dello zio. Nel 1579 vendette 8000 libri insieme al fratello Francesco per conto di Michele Tini. Come editore fu attivo per lo meno dal 1571, in società con Francesco, con cui fece stampare libri a Milano (da Michele) e a Venezia (dagli eredi di Giovan Maria Bonelli). Almeno dal 1583 commissionò la stampa di vari libri da membri della famiglia Ponzio (ossia Da Ponte: Pacifico, Paolo Gottardo e Leonardo), da Bernardino Zanoli, da Francesco Bonati e dal cugino Michele Tini in Milano, da Giovanni Antonio Bertano e Girolamo Polo in Venezia, da Giovanni Bazachi in Piacenza e dagli eredi di Giovanni Gigliotti in Roma, e ne pubblicò in proprio almeno dal 1584 al 1587-88.
Si dedicò all’editoria musicale almeno in due periodi. Nel 1572 comparve «appresso Pietro & Francesco Tini» Il primo libro de madrigali a tre voci di Giovanni Monino (Monyno; cfr. Torelli, 2007, p. 175): è la stessa ragione con cui fra il 1571 e il 1577 apparvero almeno altri nove libri. Tra il 1584 e il 1586 fece stampare tre raccolte musicali dagli editori veneziani Vincenti e Amadino.
Morì presumibilmente entro il 1587, quando apparvero le Lettere patenti del Re di Francia «per gli heredi di Pietro Tini». Nel 1588 fu ristampato il Formularium di Giovanni Battista Cavallini «apud Petrum Tinum, 1588» (ma nel colophon si legge «apud Michaelem Tinum, 1586»): fu verosimilmente riutilizzata la forma dell’intero volume, già uscito «apud Petrum Tinum, 1586» (con colophon «apud Michaelem Tinum» senza data), aggiornando l’anno sul frontespizio. Almeno fino al 1590 gli eredi di Pietro – ignoti i nomi di battesimo – continuarono a dar fuori libri di vario argomento, stampati in proprio o fatti stampare da Michele Tini, Pacifico Ponzio e Giovan Battista Cologno (non risultano libri di musica).
Francesco e Simone, i due fratelli di Pietro, si erano stabiliti a Milano attorno al 1566. Fra il 1580 e il 1581 inaugurarono una nuova compagnia sotto l’insegna della Sirena a due code. La loro attività editoriale è documentata almeno fino al 1584, quando apparve il trattato di Giovanni Botero, Del dispregio del mondo. Che questo ramo dell’attività editoriale di famiglia fosse distinto dall’altro è comprovato, oltre che dall’uso di una marca diversa, dal fatto che nessuna delle edizioni pubblicate da Pietro o da Michele fu poi elencata nel foglio volante pubblicato dagli eredi di Francesco e Simone verso il 1596.
Simone morì il 18 maggio 1584.
Con Francesco, egli era stato il primo della famiglia a dedicarsi in prevalenza all’editoria musicale, servendosi inizialmente della stamperia bresciana di Vincenzo Sabbio, loro conterraneo.
Dall’editore bresciano, al quale si era già rivolto anche lo zio Giovanni Antonio degli Antoni, i due fratelli fecero stampare nel 1583 il primo libro di madrigali di Maddalena Casulana; ancora nel 1596 gli eredi dei due fratelli ristamparono in Milano il primo libro delle canzoni del bresciano Fiorenzo Maschera, ch’era stato oggetto di una ristampa da parte di Sabbio fin dal 1584 (ignote la data e la stamperia della prima edizione, perduta).
Oltre che con Brescia, i due fratelli intrecciarono rapporti di lavoro con editori e stampatori veneziani. Fra il 1565 e il 1575 si erano recati spesso in laguna: nel 1578 Francesco procurò da Venezia dei caratteri tipografici a Michele per il seminario, e nel 1582 lavorava presso la libreria veneziana dei Sessa, dove nel 1574 era stato attivo anche il milanese Giovanni Francesco Besozzi.
Francesco entrò in società con gli eredi di Simone: fino al 1589 continuò a stampare con loro (e a far stampare da Michele) libri d’argomento prevalentemente devozionale. Dal 1586 si dedicò più assiduamente all’editoria musicale. Con la ragione «Francesco ed eredi di Simone» continuò a pubblicare libri di musica con la marca della Sirena fino al 1590.
Il primo libro di musica pubblicato da questa società fu l’Armonia super Davidicos vesperarum psalmos di Orazio Colombani, stampato in Brescia da Sabbio nel 1584; l’anno dopo potrebbero aver pubblicato il libro Ricercate per suonar l’organo di Ottavio Bariolla che, perduto, risulta stampato a Milano nel 1585 (cfr. F. Picinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano 1670, p. 440). Fra il 1586 e il 1590 pubblicarono almeno cinquantuno libri di musica.
Francesco morì nel 1590 circa.
Dopo la sua morte, gli eredi di Francesco e Simone continuarono a pubblicare musica fino al 1598, avvalendosi di vari stampatori: Michele Tini (ristampa del Primo libro di canzonette di Cesare Borgo, 1591), Pacifico Ponzio (terzo libro di Capricci a quattro di Bariolla, 1594; Missa et motecta di Valerio Bona, 1594; un’ennesima ristampa del primo libro di madrigali a quattro di Jacques Arcadelt, 1597, colophon 1596), il veneziano Giacomo Vincenti (Regole, passaggi di musica, madrigali e mottetti passeggiati di Giovan Battista Bovicelli, 1594). Fra il 1591 e il 1598 pubblicarono una ventina libri di musica in prevalenza da chiesa.
Per quindici anni (1583-98), a quanto pare, i Tini avevano sviluppato in Milano l’editoria musicale in regime di monopolio, con un picco di produzione tra il 1586 e il 1590 (una decina di libri all’anno). Prevaleva la musica da chiesa, soprattutto mottetti e messe, mentre il genere mondano più rappresentato era il madrigale. Fino al 1590 si trattò in primis di ristampe di autori di successo (fra cui Palestrina e Orlando di Lasso), affiancate da prime edizioni di autori di minor fama; in seguito aumentarono i titoli dei compositori locali (spicca il nome di Orfeo Vecchi, maestro di cappella in S. Maria della Scala). Attorno al 1596 (o poco prima) gli eredi di Francesco e Simone pubblicarono, in forma di foglio volante, un catalogo che riportava, accanto a quasi tutti i titoli, il numero di fogli di forma di cui l’opera era costituita (Fenlon, 1977; Mischiati, 1984). Dal 1597 un erede di Simone si mise in società con Giovanni Francesco Besozzi, col quale pubblicò il Nomenclator di Orazio Torsellini. Con questa ragione stampò o fece stampare (da Graziadio Ferioli o nella stamperia del quondam Pacifico Ponzio) svariati libri non musicali e continuò l’attività pubblicando almeno ventiquattro libri di musica fra il 1598 e il 1602, fra cui quattro libri di Orfeo Vecchi. Il maggior fervore produttivo di questa società si colloca fra il 1598 (in quest’anno comparve sulla scena milanese un altro editore musicale, Agostino Tradate) e il 1599: in ciascuno dei due anni uscirono una decina di libri di musica perlopiù da chiesa, oltre ad alcuni libri di madrigali e canzonette e al trattatello Scala di musica del cremasco Orazio Scaletta (1599).
Giovanni Antonio, erede di Simone, unitamente alla sua tutrice Giovanna Bonibelli Tini, il 1° agosto 1602 entrò in società con Filippo Lomazzo, che acquistò la quota di Giovanni Francesco Besozzi (Getz, 2018). Quest’ultimo dovette dapprima affiancarsi al citato Besozzi, per poi prenderne il posto (la dedica anteposta al Zabaione musicale di Adriano Banchieri è datata 2 marzo 1604 e firmata da Lomazzo assieme a Besozzi).
Resta da accertare a quale famiglia appartenesse l’Antonio Tini morto a Milano il 27 maggio 1606 all’età di 24 anni (Getz, 2018, p. 345).
Fra il 1602 e il 1612 furono stampate «per l’herede di Simon Tini & Filippo Lomazzo» almeno cinquantaquattro raccolte di musica, per lo più da chiesa. Dal 1605 in avanti si contano più di quindici raccolte fra messe a quattro e cinque voci, messe policorali e mottetti a poche voci, oltre a raccolte di musica profana (canzonette, madrigali e arie) e strumentale (fra cui le Fantasie del 1608 di Girolamo Frescobaldi e diverse raccolte di canzoni di Giovanni Paolo Cima, Agostino Soderini e Ottavio Bargnani), in prevalenza di compositori attivi a Milano e nel Nord della penisola. Insieme a Lomazzo, e talvolta per conto di altri editori (Pandolfo Malatesta, il citato Ferioli), l’erede di Simon Tini stampò anche libri non musicali, in prevalenza d’argomento religioso.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Milano, Potenze sovrane, cart. 4 (24 febbraio 1575); Albinaggio, parte antica, cart. 27 (5 maggio 1575); Notai Curia arcivescovile, filza n. 64 (3 agosto 1578); filza n. 69 (9 luglio 1580); Milano, Archivio storico diocesano, S. Fedele, XXXV (S. Protaso ad monachos, Status animarum, ad annos 1576, 1589); Sezione XIV, vol. 96, cc. 8-17, vol. 97, cc. 125-143 (2 marzo-29 aprile 1580); Archivio di Stato di Milano, Atti di Governo, Popolazione, parte antica 108 (Registri mortuari 1605-1607), vol. 1606.
C. Sartori, Dizionario degli editori musicali italiani, Firenze 1958, pp. 154-156; M. Donà, La stampa musicale a Milano fino all’anno 1700, Firenze 1961, pp. 74-108; C. Marciani, Editori, tipografi, librai veneti nel Regno di Napoli nel Cinquecento, Firenze 1968, p. 469; I. Fenlon, Il foglio volante editoriale dei T., circa il 1596, in Rivista italiana di musicologia, XII (1977), pp. 231-251; O. Mischiati, Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze 1984, pp. 18, 106-110; M. Pollastri, Note sulla famiglia T., in A.M.I.S. Antiquae Musicae Italicae Studiosi, 1986, n. 4, pp. 4-9; F. Passadore, L’editoria musicale in Lombardia nel primo Seicento, in La musica sacra in Lombardia nella prima metà del Seicento, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Como 1988, pp. 402-408; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia nel ’500 in Italia, Firenze 1989, pp. 161 s.; K.M. Stevens, Printing and politics: Carlo Borromeo and the seminary press of Milan, in Stampa, libri e letture a Milano nell’età di Carlo Borromeo, a cura di N. Raponi - A. Turchini, Milano 1992, pp. 97-133; M. Toffetti, The T. family: sixteenth-century music printers in Milan, in Fontes artis musicae, XLVI (1999), pp. 244-267; Catalogue of early music prints from the collections of the former Preußische Staatsbibliothek in Berlin, kept at the Jagiellonian Library in Cracow, a cura di A. Patalas, Kraków 1999, passim; The new Grove dictionary of music and musicians, XXV, London-New York 2001, p. 502; R.L. Kendrick, The sounds of Milan, 1585-1650, Oxford 2002, pp. 16, 70, 188 s., 195; L. Sirch, Aspetti dell’editoria musicale bresciana dopo il Concilio di Trento, in Fonti musicali italiane, VIII (2003), pp. 10, 15; A. Vitolo, I T. editori e stampatori musicali a Milano, 1583-1598, tesi di laurea, Università di Bologna, 2003; D. Torelli, Il madrigale nella Casale dei Gonzaga: nuove fonti, testimonianze inedite, e un ‘unicum’ milanese, in «Musica se extendit ad omnia». Studi in onore di Alberto Basso, a cura di R. Moffa - S. Saccomani, I, Lucca 2007, pp. 133-209; C. Getz, Costanti nella raccolta di musica ‘francescana’ stampata da Filippo Lomazzo, in Barocco padano e musici francescani, II. L’apporto dei maestri conventuali. Atti del XVII Convegno..., 2016, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Padova 2018, pp. 341-360; Dizionario degli editori musicali italiani dalle origini alla metà del Settecento, a cura di B.M. Antolini, Pisa 2019, pp. 642-649. Inoltre: Edit16. Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, 2000-, http://edit16.iccu.sbn.it (23 maggio 2019); A Catalogue of mass, office, and Holy Week music printed in Italy, 1516-1770, a cura di J. Kurtzman - A. Schnoebelen, JSCM Instrumenta, vol. 2, 2014-, https://sscm-jscm.org/instrumenta/ instrumenta-volume-2/ (23 maggio 2019); Printed sacred music Database - Printed sacred music in Europe 1500-1800, 2014-, http://www. printed-sacred-music.org (23 maggio 2019).