TIPASA (A. T., 112)
Villaggio costiero dell'Algeria, posto sulle rive di un'insenatura che si ritiene dovuta all'erosione marina, a 60 km. a ovest di Algeri, in una località amenissima, circondata da giardini e agrumeti fiorenti, dominata dal M. Chenou, ricoperto di folta vegetazione forestale. Il villaggio, che conta appena 3000 abitanti, sorge sul luogo dell'antica colonia romana. Un piccolo porto aperto a tutti i venti offre qualche riparo alla piccola navigazione.
L'origine del nome Tipasa è probabilmente libica, come si può rilevare dal fatto che esso si ritrova anche in altre località dell'Africa; è molto probabile che nel luogo, data la comodità dell'ancoraggio, sia sorto già in età punica un emporio. Della città comunque abbiamo ricordo soltanto in età romana: da Claudio ebbe il diritto latino; nel sec. II o III d. C. fu colonia, e poi sede episcopale. La sua importanza fu tutta commerciale: ché al suo porto faceva scalo, come del resto anche oggi, la fertile zona occidentale dell'attuale Mitidja. Certo nel sec. IV e nel V, era centro assai frequentato.
Firmo l'assediò nel 371 o 372 d. C., ma non riuscì a impadronirsene; ferventi cattolici, i Tipasensi ebbero a soffrire persecuzione da Giuliano, e più tardi, sotto re Uverico, dai Vandali ariani: molti di loro emigrarono allora in Spagna, recando con sé le reliquie della loro martire S. Salsa. È probabile che fosse ripresa dai Bizantini, che possedevano la vicina Cesarea.
Rovine abbastanza notevoli rimangono della città, che si estendeva, nel suo nucleo principale, su un promontorio.
Si vedono il foro con l'attigua basilica civile, un ninfeo, resti delle mura, tombe, ecc.; ma soprattutto, importanti sono i monumenti cristiani, primo fra tutti la basilica di S. Salsa, costruita primamente nel sec. IV, ampliata nel V, e circondata da un cimitero, affollatissimo di tombe, testimonianza della grande venerazione onde la martire era circondata.
Nell'interno della città, vicino alle mura, sorge una grande basilica a sette navate; e nella necropoli occidentale si trova la cappella-memoria del vescovo Alessandro, dove furono rinvenute due lunghe iscrizioni metriche su musaico.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., VIII, pp. 487, 797; St. Gsell, Tipasa, in Mélang. Écol. franç., 1894, pp. 291-450; id., Promenades arch. aux environs d'Alger, Parigi 1926, con bibl. anteriore.
Per gli scavi più recenti alla basilica di S. Salsa, si veda: E. Albertini, in Atti III Congr. Arch. crist., Ravenna 1933.