TIRIDATE (arm. Trdat) di Armenia
È il primo e più illustre regnante dell'Armenia cristiana sotto la protezione di Roma e al riparo dalle mene dei Sāsānidi; fedele alleato dell'impero romano, per le sue imprese militari chiamato da Diocleziano "collega di trono, compagno d'armi" o "confederato". La feroce persecuzione di Diocleziano contro i cristiani si era propagata anche in Armenia: che T., allora pagano, seguisse la politica dei Cesari, è testimoniato dagli scrittori che lo descrivono come persecutore della nuova fede. Gregorio Illuminatore (v.) viene sottoposto a dure sevizie. Il re colpito da grave infermità, ricorre al santo dietro invito della sorella divinamente ispirata: di qui la sua guarigione, di qui la conversione della corte e della nazione al cristianesimo. Il cristianesimo però dovette avere già profonde radici prima del sec. IV; la conversione ufficiale ebbe luogo circa il 305 al tempo dell'abdicazione di Diocleziano. È certamente assodato che T. si fece un punto d'appoggio della nuova religione nel suo governo e che Gregorio, divenuto suo segretario, ebbe su di lui grande ascendente. Una leggenda parla ancora del viaggio del re e di S. Gregorio a Roma dove si sarebbero incontrati con papa Silvestro e l'imperatore Costantino. T. visse gloriosamente proteggendo ogni opera di civiltà. Morì vittima di una sedizione in cui non è esclusa l'insidia di Sapore II di Persia (330). Venerato come santo, è nella liturgia armena quotidianamente commemorato.
Bibl.: Per l'etimologia del nome dell'antico persiano *Tiridata "dato dal dio Tir (Tiur)" e per le varie trascrizioni nelle fonti greche e presso Agatangelo, vedi H. Hübschmann, Armenische Grammatik, p. 89; per nomi simili: Nöldeke, Persische Studien, I, Lipsia 1887, p. 35; per T. nome di re parti e armeni: A. von Gutschmid, Geschichte Irans und seiner Nachbarländer, Tubinga 1888, p. 30; per altri personaggi dello stesso nome: Hübschmann, op. cit., ib. Oltre alle opere maggiori di storia romana e armena (v. armenia) e agli autori armeni Agatangelo, Fausto, Mosè di Corene, Eliseo, e greci (segnatamente Sozomeno), vedi per T. il Grande: Aslan Kévork, Études historiques sur le peuple arménien, Parigi 1928. Per l'alleanza di Costantino e S. Silvestro con T. e S. Gregorio Illuminatore, vedi i passi editi e tradotti presso Clemente Galano, in Conciliationis Ecclesiae Armenae cum Romana, parte 1a, Roma 1650, pp. 31-35; G. Chahnazarian, Réfutation de la prétendue alliance entre St. Grégoire et St. Silvestre, Parigi 1862; sulla critica di Agatangelo: A. von Gutschmid, Agathangelos, in Zeitschrift d. deutsch. morgenländ. Gesellschaft, 1877, pp. 1-60; Gelzer, Die Anfänge der arm. Kirche, pp. 115-171, specialmente pp. 123-26; Weber, Die katholische Kirche in Armenien, Friburgo in B. 1903, pp. 55-231; B. Sarghisian, Studî sulle fonti degli atti di S. Silvestro secondo Mosè di Corene, Venezia 1893 (in armeno).