TIRSO (ϑύρσος, thyrsus)
Attributo proprio di Dioniso e dei suoi seguaci, Satiri e Baccanti, consistente per lo più in un alto bastone, quasi uno scettro, sormontato da un viluppo di foglie d'edera in forma di pigna. Dubbia è l'etimologia della parola, e dubbia la provenienza del tirso nel mondo religioso ellenico. È però certo che tale provenienza non può andare disgiunta da quella del mito stesso dionisiaco. Dei varî attributi bacchici, anzi, si può ritenere questo il più antico e il più importante: meglio di qualsiasi altro elemento infatti esso sta a dimostrare l'origine agreste e naturalistica della divinità.
Nella ceramica attica arcaica (sec. VI a. C.) la figura di Dioniso tiene sovente in mano, al posto del tirso, una pianta di vite vera e propria, a tronco sinuoso, con pampini e grappoli. Il tirso si vede dapprima soltanto nelle mani delle Baccanti, in forma di bastone nodoso e contorto, sembrando rappresentare, in pratica, un simbolo della pianta della vite. Successivamente, attraverso fasi intermedie, il tirso classico prende, anche nelle mani del dio, il posto della pianta di vite, come sostituto e simbolo di questa. Tale sostituzione non si giustifica praticamente, se non mediante l'influsso del costume scenico e teatrale sull'arte figurata. Quanto più si richiedeva la presenza del dio sulla scena, tanto più impellente si doveva sentire la necessità di adattare nelle mani del personaggio, che impersonava il dio, un attributo di carattere veramente teatrale e pratico. A tali esigenze ebbe appunto a rispondere il tirso, con il suo stelo e il suo coronamento a foglie di vite o di edera (la foglia palmata dell'edera potendo rappresentare una semplificazione della foglia di vite).
Dopo di che l'iconografia di Dioniso si uniforma in pieno al costume scenico, consolidando una tradizione destinata a perpetuarsi fino al termine dell'età classica. Nel corso del sec. IV a. C. tuttavia, in un ritorno al naturalismo, il tirso torna a presentarsi talora nella forma di una pianta contorta, con ramificazioni: come si osserva su vasi dipinti dell'Italia meridionale. Non si può anche in questo caso escludere che ciò dipenda da ulteriori modificazioni apportate al costume scenico.
Dal sommo dell'asta del tirso, alla base della pigna, si vede non di rado pendere una benda annodata, simbolo di consacrazione.
Bibl.: A. J. Reinach, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiq., s. v. Thyrsus; G. Bendinelli, La vite e il vino nei monumenti antichi in Italia (in A. Marescalchi e G. Dalmasso, Storia della vite e del vino in Italia, I, Milano 1931), p. 44 seg.