ANGELINI, Tito
Nacque a Napoli il 10 marzo 1806 da Costanzo. Nel 1823 era a Roma e si,indirizzava verso la scultura accademico-classicheggiante, guardando in particolar modo al Thorwaldsen. Si ricordano alcune sue opere scolpite in questo primo soggiorno romano: Teseo e il Minotauro, Deucalione, Filottete abbandonato.Viaggiò poi per l'Italia,, stabilendo rapporti con L. Bartolini, L. Pampaloni e P. Tenerani; nel 1847 fu a Parigi, ove strinse amicizia con J. Pradier. Stabilitosi a Napoli, dove fu professore di scultura e direttore della Scuola di disegno, svolse una larghissima attività, in gran parte su commissioni della corte borbonica. Ritrasse Francesco I, Ferdinando II e la regina Maria Teresa, ancora Ferdinando II in due sculture inviate a Palermo e a Noto. Altre opere sono la Religione (1836) per il chiostro del cimitero di Poggioreale, il S. Ambrogio per la chiesa di S. Francesco di Paola, la Fede e la Speranza per la Madonna. delle Grazie, la Clemenza (1837) e l'Immacolata,rispettivamente per lo scalone e per la cappella di Palazzo Reale, la tomba (1831) di Lucia Migliaccio, moglie morganatica di Ferdinando IV in S. Ferdinando: in tutte l'A. si mostra strettamente collegato alla tradizione accademica. Nelle opere successive, tuttavia, e specie nelle più tarde, si può notare come l'A. si sia progressivamente accostato alle nuove forme naturalistiche, senzw riuscire, però, a penetrame a pieno il significato. Ciò è avvertibile non tanto nel monumento a F. S. Mercadante in via Medina (1876), ma piuttosto nel busto di Enrico Alvino,nella statua di Dante in piazza. Dante (1872) e ancor più nel monumento a P. E. Imbriani (1878), in piazza Mazzini.
L'A. morì nella città di Napoli nel febbraio dell'.anno 1878.
Bibl.: D. Morelli, T. A., in D. Morelli-E. Dalbono, La Scuola napoletana di pittura nel secolo decimonono, Bari 1915, pp. 43-59; E. Lavagnino, L'arte moderna,Torino 1956, pp. 191, 305; G. Meyer, Allgemeines Künstler Lexikon,II,Leipzig 1878, p. 47; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 505; Encicl. Ital.,III, p. 297.