MILONE, Tito Annio (T. Annius Milo)
Tribuno per il 57, sostenne energicamente il richiamo di Cicerone dall'esilio, e di fronte alle violenze di Clodio, non esitò a discendere in strada con bande di gladiatori. Non riuscì a impedire con una condanna de vi l'elezione di Clodio a edile per il 56, e fu egli stesso chiamato in giudizio da quest'ultimo, sotto la medesima accusa, ma senza che si venisse al dibattimento. Nel 55 sposò Fausta, figlia di Silla. Nel 53 M. pose la sua candidatura al consolato, e Clodio alla pretura. La lotta elettorale, complicata da rinvii e da violenze, si svolse soprattutto fra Clodio e M., e culminò in un tragico incontro, il 20 gennaio 52, sulla strada di Boville. Essendo stato Clodio ferito a una spalla da uno dei gladiatori di M., questi ordinò di finirlo. Nel processo tenuto alla presenza di Pompeo, consul sine collega, con rigide norme procedurali stabilite, si può dire, ad personam, Cicerone difensore di M., non ebbe la solita efficacia, e M. fu condannato. Seguirono altre condanne in contumacia per diversi reati. M. andò in esilio a Marsiglia. Nel 48, ritomato abusivamente in Italia, partecipò al tentativo anticesariano di Celio Rufo, e fu ucciso all'assedio di Conza in Irpinia.
Bibl.: W. Drumann e P. Groebe, Geschichte Roms, I, Berlino 1899, p. 31 segg., II, Berlino 1902, p. 242 segg. e passim; E. Klebs, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, coll. 2271 segg.; E. Ciaceri, Cicerone e i soui tempi, II, Milano 1930, passim; M. Schanz e C. Hosius, Gesch. d. römischen Litteratur, I, Monaco 1922, p. 436 segg.