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LABIENO, Tito

di Gaetano Mario Columba - Enciclopedia Italiana (1933)
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LABIENO, Tito (T. Labienus; il nome Atius che si è attribuito a L., è frutto di un'ipotesi tarda e arbitraria)

Gaetano Mario Columba

Generale romano. Nato poco dopo il 100 a. C., appare sulla scena politica di Roma nel 63, come tribuno della plebe e partigiano di Cesare. Si adoperò a scuotere l'autorità del Senato, e a questo scopo chiamò in giudizio C. Rabirio Postumo, come autore dell'eccidio di L. Apuleio Saturnino avvenuto 37 anni innanzi. Forse in quell'anno stesso, L. fondò Cingulum nel Piceno, di dov'era nativo (oggi Cingoli). Nominato da Cesare suo primo luogotenente nelle campagne di Gallia, L. diede prova di non comune abilità militare. Ci fu chi attribuì a lui il merito della rotta del cantone dei Tigurini sull'Arar (Saône). Nella battaglia della Sabis (Sambre), L. contribuì validamente alla vittoria; poi vinse i Treviri, sottomise i Morini; si segnalò specialmente nella campagna contro i Parisii, nella quale sconfisse e uccise l'aulerco Camulogeno. Prese parte alla grande battaglia di Alesia, e quindi sottomise i Treviri. Cesare gli diede nel 50 il governo della Gallia Cisalpina. Sennonché al momento in cui si apriva il conflitto tra Cesare e Pompeo (49), L. abbandonò Cesare, e passò dalla parte del Senato. L. ebbe nella guerra civile un comando militare, come legato di Pompeo, e si mostrò uno degli avversarî più tenaci e implacabili di Cesare. Si oppose ad ogni trattativa di pace, e alla vigilia della battaglia di Farsalo (giugno 48), giurò che non sarebbe tornato negli accampamenti se non da vincitore. Dopo la battaglia, fuggì in Africa, ad organizzare la resistenza dell'esercito repubblicano, e sotto Ruspina riportò un successo sopra lo stesso Cesare (gennaio 46). Dopo la sconfitta di Tapso, L. passò con i figli di Pompeo in Spagna. Alla battaglia di Munda, avendo veduto che Bogud tentava di aggirare le posizioni del suo esercito, L. distaccò cinque coorti per tagliargli la strada; ma questo diede l'impressione ch'egli si fosse dato alla fuga, e sparse lo scoraggiamento nell'esercito, che si sbandò. L. fu ucciso, e il suo capo portato a Cesare, che fece seppellire onoratamente il cadavere del suo antico legato.

Il figlio di Tito, Quinto (Q. Labienus), legato di Cesare, seguì, come in ultimo il padre, le sorti del partito repubblicano. Nella guerra civile seguita alla costituzione del triumvirato, Q. L. fu mandato da Bruto e Cassio che raccoglievano milizie in Oriente, presso Orode re dei Parti allo scopo di promuovere un'alleanza e ottenere aiuti. Questo disegno fu però prevenuto dalle due battaglie di Filippi (42 a. C.), che abbatterono le sorti del partito repubblicano. Q. L. rimase presso i Parti, e nell'anno seguente insieme con Pacoro, figlio di Orode, passò l'Eufrate, invase i territorî romani, e occupò la Siria. L'esercito partico si divise in due, e Q. L. con una parte di esso si avanzò nell'Asia Minore alla volta dell'Egeo. Nel 41, P. Ventidio Basso, legato di Marco Antonio, sconfisse a un tempo in Cilicia Q. L. e Pacoro, che trovarono entrambi la morte.

Bibl.: Wendelmuth, T. L., Marburgo 1883; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., XII, col. 260 segg.; col. 258 segg. (per Q. L.).

Vedi anche
Publio Ventìdio Basso Ventìdio Basso, Publio (lat. P. Ventidius Bassus). - Uomo politico romano (sec. 1º a. C.), originario del Piceno. Di modeste condizioni, dopo la presa di Ascoli (89), fu condotto prigioniero a Roma. Qui seppe accumulare grandi ricchezze e salì alle più alte cariche dello stato; partigiano di Antonio, ... Pàcoro Pàcoro (gr. Πάκορος, lat. Pacŏrus). - Principe partico (m. 38 a. C.), figlio di Orode II. Aiutò Labieno nell'ultimo tentativo delle forze repubblicane in Oriente dopo Filippi, invadendo con un forte esercito la Siria, la Fenicia e la Palestina. Cadde in battaglia contro Ventidio Basso nella Siria settentrionale. ... Camulògeno Camulògeno (lat. Camulogěnus). - Capo degli Aulerci, che parteciparono alla sollevazione delle Gallie contro Cesare (52 a. Camulogeno); fu sconfitto da Labieno e cadde in battaglia presso Lutezia. Gaio Giulio Césare Césare, Gaio Giulio (lat. C. Iulius Caesar). - Generale romano, triunviro, dittatore (Roma 100/102 - ivi 44 a. Cesare, Gaio Giulio). Nato da nobile famiglia romana, fu bandito da Silla; prestò servizio nelle province dell'Asia Minore tra l'81 e il 78, fu questore nel 70, edile nel 65, pontefice massimo ...
Altri risultati per LABIENO, Tito
  • Labieno, Tito
    Dizionario di Storia (2010)
    Generale romano (m. 45 a.C.). Tribuno della plebe nel 63 a.C. e partigiano di Cesare, fu suo legato in Gallia; si segnalò nella lotta contro i tigurini (58), i treveri (54), i belgi (53) e durante la rivolta scoppiata nella regione di Lutezia (52). Nel 50 ebbe da Cesare il governo della Gallia Cisalpina, ...
  • Labièno, Tito
    Enciclopedia on line
    Generale romano (m. 45 a. C.). Tribuno della plebe nel 63 a. C. e partigiano di Cesare, accusò Gaio Rabirio come responsabile dell'uccisione di Saturnino; legato di Cesare in Gallia, si segnalò nella lotta contro i Tigurini (58), i Treveri (54), i Belgi (53), e particolarmente nel corso della rivolta ...
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