TITO LIVIO da Ferrara
Nacque intorno al 1400 a Ferrara dalla famiglia de Frulovisiis (Forlivesi?); ma venne fino dai primi anni a Venezia, dove fu alunno di Guarino e del Crisolora e ottenne la cittadinanza. Attese prima al notariato; nel 1429 era rector scholarum. E per divertire i suoi discepoli e i loro parenti scrisse commedie, Corallaria, Claudi duo, Emporia (1422-33), sollevando, oltre alle critiche degli umanisti, il risentimento di persone che si sentivano colpite; fu anche accusato al vescovo di Castello, come reo novae religionis. Dall'accusa riuscì a purgarsi; ma, scontento e irrequieto, passò a Napoli, dov'ebbe relazione con personaggi autorevoli della corte, senza però ottenere la fortuna sperata. Ritornò a Venezia e scrisse (1434) i dialoghi De republica, dedicandoli a Leonello d'Este, ma non ebbe premio, essendo morto l'estense; suscitò con nuove commedie (Symmachus e Oratoria, 1433-35) nuove tempeste. Nel marzo 1437 era in Inghilterra, "poeta ed oratore" del duca Unfredo di Gloucester, zio del re Enrico VI; ebbe la naturalizzazione inglese e scrisse le ultime due commedie (Peregrinatio ed Eugenius) e la Vita Henrici V (1437-38). Costretto dai debiti a riprendere la vita errabonda, fu a Milano e rimase "nauseato" dei principi; ebbe a Tolosa la laurea in arti e in fisica, stette alcun tempo a Barcellona; in ultimo si ridusse a Venezia a esercitare l'arte medica e scrivere un trattato De Orthographia. Morì dopo il 1456.
Le principali opere sue sono le sette commedie in prosa, nelle quali egli congiunge l'imitazione di Terenzio e di Plauto con qualche studio di novità e con la pittura spesso mordace di alcuni personaggi ed episodî contemporanei, e i tre dialoghi De republica, in cui, traendo dall'esperienza delle cose presenti e dal ricordo delle antiche l'apologia del governo di un solo a vantaggio comune e dell'ingerenza dello stato nella vita economica, culturale, religiosa, precorre, con assai minor vigore d'ingegno, l'opera del Machiavelli.
Ediz.: De orthographia, Colonia, presso Johann Koelhoff senior, 1480 c.; Vita Henrici V, Oxford 1716; Opera hactenus inedita, ed. C. W. Previté-Orton, Cambridge 1932; cfr. anche la rec. di C. Foligno in Arch. veneto, s. 5a, XII (1932), p. 282 segg.