SPERI, Tito
Martire della libertà d'Italia, nato a Brescia il 2 agosto 1825, impiccato a Belfiore il 3 marzo 1853. Figlio di un modesto restauratore di quadri, che aveva militato sotto le insegne napoleoniche, dimostrò assai per tempo un temperamento vivace e ribelle e una dichiarata avversione all'Austria. Il 1° ottobre 1846 entrò nel seminario di Brescia, ma ne uscì nell'aprile successivo, persuadendo la madre a fargli frequentare il liceo di Lodi (novembre 1847). Non appena avuta notizia che il popolo milanese era insorto durante le Cinque Giornate, corse a Milano e si inscrisse nel corpo dei volontarî che si unì all'esercito sardo, e combatté a Governolo. Nel luglio si trovava a Parma con le truppe del La Marmora; di là, dopo l'armistizio Salasco, tornò a Brescia, dove durante la restaurata dominazione austriaca fece parte di quel comitato che era in diretta corrispondenza con l'altro composto di esuli lombardi e veneti, che in Piemonte era d'accordo col governo sardo in vista di una ripresa delle ostilità contro l'Austria, e, a questo fine, andò a Torino dove si trovava nel marzo del 1849. Combatté valorosamente a Brescia nelle Dieci Giornate, guidando gl'insorti popolari, esponendosi dov'era più grave il pericolo e sfidando più volte la morte. Entrati gli Austriaci nella città, lo S. andò in esilio a Lugano, quindi (maggio 1849) a Torino, e da allora in poi s'accostò alle idee del Mazzini. Visse a Torino poveramente, e ai primi del 1850, profittando dell'amnistia austriaca, tornò a Brescia, dove, nonostante fosse sorvegliato dalla polizia che tentò invano di catturarlo, fece parte di quel comitato insurrezionale sorto sul ceppo dell'altro organizzato a Mantova da Enrico Tazzoli; ed ebbe incarico di far provvista d'armi, di pubblicare bollettini clandestini eccitanti all'azione infine di diffondere i biglietti del prestito mazziniano. Attese ad addestrare i giovani bresciani all'istruzione delle armi. Avvenuti a Mantova i primi arresti nel gennaio del 1852, lo S. il 18 giugno fu catturato e internato nelle carceri del Castello, quindi il 28 dello stesso mese condotto a Mantova, dove s'istruivano i famosi processi (v. belfiore: I martiri di Belfiore). Durante i numerosi e snervanti costituti conservò sempre un contegno eroico.
Bibl.: Rubagotti, Le ultime lettere di T. S., Roma 1887; P. Peroni, Inaugurazione del monumento a T. S., Brescia 1888; G. Segala, Verona e Mantova nella cospirazione contro l'Austria, Verona 1892; L. Fiorentini, Le X giornate di Brescia, Roma 1899; A. Luzio, I martiri di Belfiore, Milano 1905; P. Sartori Treves, La fidanzata di T. S., in Illustrazione bresciana, 16 aprile 1906; A. Berenzi, T. S. romanziere, ibid., 1° settembre 1906; A. Michieli, Da un quaderno di memorie di T. S., Treviso 1907; A. Luzio, I processi di Mantova e di Milano restituiti dall'Austria, Milano 1919; A. Pompeati, T. S., Brescia 1923; P. Guerrini, T. S., Brescia 1923; T. A. Ferrabetto, T. S. studente nel liceo di Lodi, in Annuario scolastico del liceo di Lodi, 1930; Rigosa, Il leone di Brescia, Brescia 1931; R. Mazzetti, T. S., vita, scritti, testimonianze con carteggio e documenti inediti, Brescia 1932; V. Biloni, T. S. da Brescia, Firenze 1933; L. Re, T. S. nel processo dei martiri di Belfiore, Brescia 1933.