ZANIBONI, Tito
Nato a Monzambano (Mantova) nel 1883, prese parte alla prima Guerra mondiale, in cui si distinse per atti di riconosciuto valore. Deputato socialista alla XXVI legislatura, si fece promotore di un "patto di pacificazione" con i fascisti che, accettato da questi in un primo tempo, fu subito dopo violato. Dopo il delitto Matteotti, cercò di portare l'azione dell'Aventino dal piano parlamentare al piano insurrezionale. Ordì una vasta cospirazione, che non ebbe l'atteso seguito. Allora lo Z., d'accordo con elementi della massoneria, in relazione col gen. L. Capello e con organizzazioni di sinistra, si dedicò alla preparazione di un attentato alla vita di Mussolini. Tradito da un tal Quaglia, che si era messo al suo fianco, fu arrestato il 4 novembre 1925 all'albergo Dragoni di Roma, da dove avrebbe dovuto tirare, con arma di precisione, su Mussolini al balcone di palazzo Chigi. Processato e condannato a trent'anni di reclusione, dopo la caduta del fascismo, il 1° marzo 1944, fu nominato dal governo Badoglio alto commissario per l'epurazione, carica che tenne sino al giugno del 1944, quando assunse quella di alto commissario per i profughi e i reduci che ricoprì sino al giugno 1915. E socialista indipendente.