TIY (Tiy, Teye)
Regina egiziana della XIVIII dinastia, sposa di Amenophis III (1408-1372) e madre di Amenophis IV-Ekhnaton. Non sono mancati tentativi di farla apparire come una straniera, nonostante la presenza in Egitto dei suoi genitori e di un fratello che ricopriva un'alta carica sacerdotale. Di lei esistono parecchi ritratti a tutto tondo, alcuni del tutto convenzionali come il gruppo colossale del Cairo (N. E. xi) che la rappresenta accanto al marito, o la statuetta di Hildesheim (53 b) che risale probabilmente alla fine del regno di Amenophis III per la tendenza ad appesantire i tratti sia del viso sia del corpo.
Del tutto diverse sono due teste di cui una, proveniente dal Sinai (Cairo, JdE 98257), è identificabile attraverso il nome scritto sulla corona di urei; l'altra, dal Fayyūm- probabilmente da una villa abitata dalla regina durante la sua vedovanza- è ora a Berlino (v. vol. iii, fig. 1374; vol. vi, fig. 810).
L'attribuzione a T. di tale testa è tuttora discussa, ma la somiglianza dei tratti con quella del Sinai la rende molto probabile. In queste teste si nota una precisa volontà di caratterizzazione fisionomica, anche se è difficile vedere in esse; e specialmente nella prima, dei veri e propri ritratti. La regina è resa identificabile attraverso alcune delle sue caratteristiche: gli occhi a mandorla (nella testa di Berlino assai più accentuati che non in quella del Cairo), la bocca dagli angoli fortemente inclinati in basso, il mento appuntito e sfuggente. La testa del Cairo presenta un impianto più convenzionale, evidente soprattutto nella curva delle guance e nel trattamento degli occhi. Quella di Berlino, modificata già in epoca antica e notevole anche per il materiale in cui è realizzata (ebano con incrostazioni in oro e stucco), appare un tipico prodotto dell'arte amarniana (v. tell el-῾amarnah).
Anche nei rilievi appaiono le due tendenze notate nelle sculture a tutto tondo. Accanto ad opere fortemente idealizzate, come il frammento di rilievo del museo di Bruxelles (E 2157) proveniente dalla tomba di Usheret a Tebe, o accanto ad opere di modesta fattura e pertanto scarsamente significative- quali stele in pietra e legno, gioielli, parti di mobili, ecc. - se ne hanno altre in cui l'influsso amarniano mette in evidenza il caratteristico profilo e soprattutto il mento appuntito. A quest'ultimo gruppo appartengono i rilievi della cappella funeraria della regina e quelli della tomba di Huya che mostrano le accoglienze accordate da Amenophis IV alla madre in occasione di una sua visita nella nuova capitale Tell el-῾Amārnah.
Bibl.: L. Borchardt, Der Porträtkopf der Königin Teje im Besitz von Dr. James Simon in Berlin, 19 Wiss. Veröff. der Deutschen Or.-Gesell., Lipsia 1911; H. Schäfer, Das Simonsche Holzköpfchen der Königin Teje, in Zeitschr. f. Aeg. Sprache, LXVIII, 1932, pp. 81-86; J. Libovitch, Une nouvelle représentation d'une sphinge de la reine Tey, in Ann. Serv. Ant. Egyp., XLII, 1943, pp. 93-105; C. Aldred, New Kingdom Art in Ancient Egypt, Londra 1951, figg. 78-81; 95; F. W. v. Bissing, Die Blauäugige Königin Teje, in Zeitschr. f. Aeg. Sprache, LXXIII, 1947, pp. 123-124; J. Vandier, Manuel d'Archéologie Egyptienne, III, Parigi 1958, pp. 328-331.