ASPETTI, Tiziano
Scultore, nato a Padova, da famiglia imparentata forse con i Vecellio, circa il 1565, come si può dedurre dalla sua iscrizione funebre nella chiesa del Carmine a Pisa, dove egli morì nel 1607 in età di 42 anni. La sua operosità si manifesta in tre centri: Venezia, Padova, Toscana, Se l'A. abbia formato la sua educazione in patria e presso quale maestro, non si sa; è certo però che, quando il suo nome appare per la prima volta a Venezia, egli è gia artista compiuto, incaricato di lavori d'importanza e di considerevole mole: ne è prova una delle sue prime opere, eseguita circa gli anni 1585-90, la statua d'Ercole, uno dei due "colossi" posti all'ingresso della Zecca, ora Biblioteca di S. Marco: a questa seguirono subito dopo i due Telamoni e il rilievo La fucina di Vulcano (firmato), che adornano il camino monumentale nell'Anticollegio di Palazzo Ducale, e le statue di Ercole e l'Idra e di Atlante, collocate ai lati dell'ingresso della Scala d'oro, pure in Palazzo Ducale. In queste opere l'A. mostra di ricollegarsi alla corrente manieristica padovano-toscana della metà del '500, ispirata a forme classiche, non senza però qualche accento naturalistico derivato dall'arte del veneziano Vittoria: il che si nota specialmente nei tre bei ritratti di bronzo di stile vittoriesco, di Sebastiano Venier, di Agostino Barbarigo, di Marcantonio Bragadin, raccolti nelle sale d'armi del Consiglio dei Dieci nel Palazzo Ducale. Un altro gruppo di sue sculture veneziane è costituito dalle quattro statue di bronzo, firmate, che egli eseguì per i Grimani in S. Francesco della Vigna: le due minori figure di Virtù, nella prima cappella a sinistra, i due colossi di Mosè e di S. Paolo, entro i due nicchioni sulla facciata. Infine devono considerarsi, per testimonianza documentaria, opere sue i due altorilievi di San Marco e di S. Teodoro, sul prospetto ovest del Ponte di Rialto, erroneamente assegnati al Campagna. Tornato a Padova, tra il 1591 e il 1603, l'A. attese a due gruppi di sculture: ai due rilievi con scene del martirio di S. Daniele nella cripta del Duomo, e alla serie di statue ideate ad ornamento dell'altare di S. Antonio nella chiesa del Santo da lui disegnato: i santi Antonio, Bonaventura e Ludovico, i quattro Angeli cerofori e le quattro figure allegoriche di Virtù, queste ultime oggi sulla balaustra dell'altar maggiore, portatevi nel 1615. L'arte dell'A. qui appare notevolmente mutata: mentre nelle tre figure di santi l'ispiratore è Donatello, nelle altre sculture, e specie nei rilievi, prevalgono i contatti col manierismo toscano e le affinità col Giambologna.
Così è lecito supporre che, prima ch'egli passasse in Toscana, a Pisa, nel 1604, al seguito di Antonio Grimani, vescovo di Torcello, potesse direttamente ispirarsi a modelli fiorentini. Fissata la sua dimora a Pisa, accolto dal conte Camillo Berzighelli, egli lavorò nell'ultimo breve periodo di vita, fra il 1603 e il 1607, quasi esclusivamente per il suo protettore. Di una serie di opere ora disperse, la sola fino ad ora pervenutaci di questo periodo è il rilievo di bronzo nella cappella Usimbardi in S. Trinita di Firenze, con il Martirio di S. Lorenzo. In esso l'A., pur ricollegandosi al periodo anteriore, mostra tuttavia rapporti sempre più intimi e vasti con la scultura toscana.
Inoltre l'Aspetti, continuando la celebre tradizione dei bronzisti padovani, che in lui essenzialmente si raccoglie fra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, ebbe a produrre una serie di statuette di bronzo di divinità mitologiche (Venere marina, Marte, Vulcano, ecc.) che di sovente furono usate a ornare arredi e suppellettili, come alari e battitoi, o di soggetto sacro (gli Evangelisti, Giuditta, ecc.) o allegorico (le Virtù, Venetia, ecc.), i cui esemplari e le cui numerose repliche si trovano, o fino a poco tempo fa si trovavano, sparse in molte collezioni pubbliche, come nei musei di Vienna e di Berlino, di Padova e di Belluno, e nelle raccolte private viennesi Figdor, Lederer, Castiglioni, Zatska, o in quelle Spitzer e Rothschild di Parigi. Tutta questa produzione, in base alle recenti ricerche del Planiscig, fu potuta ricostruire e attribuire al nostro artista.
Bibl.: G. P. Zabeo, Osservazioni relative alla vita ed all'arte di Tiziano Aspetti, scultore padovano, Padova 1821; A. Moschetti, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908 (con la bibl. precedente); L. Planiscig, Venezianische Bildhauer a. Renaissance, Vienna 1921.