ARISTONE, Tizio
Giurista romano, scolaro di Cassio Longino, amico di Plinio il giovane, collega di Nerazio nel consiglio di Traiano, attivissimo come avvocato e consulente, ma poco incline alle dispute scolastiche; morì dopo il 105 d. C. Scrisse delle Notae ai Posteriores di Labeone, ai libri ad Vitellium di Sabino, al ius civile di Cassio e forse ai libri iuris civilis di Sabino. Compose pure un'altra opera intitolata Decreta Frontiana, probabilmente raccolta di sentenze d'appello del tribunale imperiale. Oscura è la natura di altri scritti ricordati da Gellio, Noctes atticae, XI, 18, 16 e da Paolo, Dig., XXVI, 3, soluto matrimonio, 44, pr. Si disputa pure intorno alla sua appartenenza alla scuola sabiniana o proculeiana.
Bibl.: P. Krüger, Geschichte der Quellen und Litteratur des röm. Rechts, 2ª ed., Monaco 1912, p. 179; B. Kübler, Geschichte des röm. Rechts, Lipsia 1925, p. 265; F. B. Bremer, Jurisprudentiae anteiustinianae quae supersunt, II, ii, Lipsia 1901, p. 359 segg.; O. Lenel, Palingenesia iuris civilis, I, Lipsia 1889, p. 59; P. Bonfante, Storia del diritto romano, 3ª ed., I, Milano 1923, p. 383; P. De Francisci, Storia e dottrina dei cosiddetti contratti innominati, I, Pavia 1913, p. 115, n. 2.