Vedi TLOS dell'anno: 1973 - 1997
TLOS (Τλώς, Τλῶος, Tlous)
Città della Licia situata nella valle fluviale dello Xanthos, sulla riva sinistra del fiume, oggi Düver.
Essa viene nominata da Strabone (xiv, 665) fra le sei città più grandi della Licia e in età imperiale viene detta nelle iscrizioni metropoli dei Licî (Tit. Asiae Min., ii, 573, 585 ss.). Il nome di T. viene riconnesso con l'eroe Tlos, fratello di Xanthos, nato da Praxidike e dal progenitore dei Licî (o Termili) Tremiles. Le fonti epigrafiche, tuttavia, sono le sole a darci notizie sulla città, sulla sua divisione in cinque demi e su una sua non meglio precisata alleanza con gli abitanti di Xanthos. Le monete della città attestano una sua attiva partecipazione alla federazione licia nel II sec. a. C., e una importanza fino al periodo di Gordiano III. T. fu poi sede di un episcopato fra il V e il IX secolo. Le rovine di T., scoperte nell'8oo dal Fellow e pubblicate nell'opera del Benndorf, occupano una collina posta a 460 m sul livello del mare, particolarmente scoscesa nel lato N, dove sono scavate nella roccia numerose tombe, secondo la consueta tipologia a tempio (v. licia, arte, vol. iv, p. 616). Particolare interesse desta la tomba di Bellerofonte, così detta per la presenza di un rilievo con la figura dell'eroe licio scolpito nella parete sinistra del vestibolo. Essa ha la pianta di un tempio in antis con triplice cella e letti funerarî nell'interno. I resti sparsi di edifici e di colonne nell'area della città, ormai ricoperti da fitta vegetazione, ne rendono poco comprensibile la pianta. Solo nella zona orientale sono stati individuati il Foro e un teatro.
Bibl.: O. Benndorf-G. Niemann, Reisen in Lykien und Karien, Vienna 1884, I, p. 139 ss.; E. Kalinka, in Tituli Asiae Minoris, I, II, pp. 204-205; W. Brandenstein, in Pauly-Wissowa, VI A, 2, 1937, c. 1621 ss., s. v.; H. Th. Bossert, Altanatolien, Berlino 1942, p. 231. Per le monete: B. V. Head, Historia numorum2, Oxford 1911, p. 629 ss.