TOBIADI
. Designazione moderna per una famiglia di dinasti dell'Ammonitide in Palestina, professanti la religione giudaica. Conosciamo il più antico rappresentante, di nome Tobia, dal libro di Neemia, dove questo signorotto locale, imparentato con il sommo sacerdote Elgashib e detentore di grandi ricchezze depositate nel tempio di Gerusalemme, è ostile alla riforma di Ezra e Neemia e venne colpito da quest'ultimo nella sua influenza finanziaria sul tempio. Circa due secoli e mezzo più tardi un membro di questa famiglia, sempre dal nome Tobia, appare da alcuni papiri del 259 a. C. e anni seguenti come legato da rapporti di affari e di amicizia con l'amministrazione di Tolomeo Filadelfo di Egitto. Egli evidentemente è tra i sostenitori del dominio egiziano in Palestina di contro alle influenze seleucidiche. A questo Tobia probabilmente si riferisce il nome trovato inciso in una caverna dell'Ammonitide, così come è probabile che sia stato costruito da lui il grandioso edificio (castello o tempio), che è stato rintracciato in quei pressi (regione di 'Araq el-Emir) e archeologicamente studiato. Il figlio di Tobia, Giuseppe, essendosi accresciuta la sua influenza in Giudea, riprendeva la tradizione antiteocratica della famiglia già palese nel vecchio Tobia avversario di Neemia e si faceva concedere dai Tolomei (probabilmente da Tolomeo III Evergete) la carica di "capo del popolo", che era così separata dalla dignità sommosacerdotale. Morto Giuseppe, nacquero discordie tra i figli, e poiché intanto (200 circa a. C.) era avvenuto il trapasso della Palestina dai Tolomei ai Seleucidi, la maggior parte dei figli prese le parti dei nuovi signori, mentre Ircano si mantenne fedele ai Tolomei. Rafforzatosi nell'Ammonitide, con l'appoggio dei Tolomei, Ircano poté anche riprendere contatto con il sommo sacerdozio, che ora, per avversione ai Tobiadi filo-seleucidici, che ne sminuivano il potere, diveniva filo-tolemaico: e con questo Ircano rinunciava alla politica antisacerdotale della sua famiglia. Del resto per altra via i Tobiadi filoseleucidi arrivavano con Menelao al sommo sacerdozio, scacciando la famiglia avversa degli Oniadi, che erano sostenuti da Ircano; e Ircano stesso era poi battuto e ucciso in Ammonitide da Antioco IV Epifane, circa il 168. In altre parole, Antioco IV reprimeva il partito conservatore filotolemaico, ma il moto dei Maccabei doveva presto rovinare, insieme con la politica ellenizzatrice di Antioco IV, anche i Tobiadi suoi seguaci: Menelao fu ucciso circa il 163 a. C.
Bibl.: A. Büchler, Die Tobiaden und Omiaden in II. Makkabäerbuche, ecc., Vienna 1899; H. Willrich, Zur Geschichte der Tobiaden, in Archiv. f. Papyrusf. VII (1924), p. 61 segg.; G. Gressmann, Die ammonitischen Tobiaden, in Sitz. Preuss. Akad., 1921, p. 663 segg.; A. Deissmann, Tubias, in Byzant.-Neugr. Jahrbücher, II (1921), pp. 276-77; E. Meyer, Ursprung und Anfänge des Christentums, II, Stoccarda e Berlino 1921, p. 128 segg.; A. Momigliano, I,Tobiadi nella preistoria del moto maccabaico, in Atti Acc. Scienze Torino, LXVII (1932), p. 165 segg.