Tobin tax
<... täks> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Tipologia di imposta proposta nel 1972 dall’economista J. Tobin per penalizzare le transazioni finanziarie puramente speculative, stabilizzare i mercati e raccogliere risorse utili per obiettivi globali (per es. la lotta alla povertà). Essa prevede la tassazione delle transazioni finanziarie con un’aliquota compresa tra lo 0,1% e l’1%. Ha riacquisito rilevanza in seguito all’esplosione nel 2008 della crisi economica internazionale originata proprio dai movimenti finanziari di tipo speculativo e sta trovando applicazione diversificata da Paese a Paese. Secondo molti analisti la tassa può risultare efficace solo se imposta a livello mondiale e gestita da un’istituzione internazionale (per es. le Nazioni Unite), perché se fosse introdotta solo in alcuni paesi o aree (come l’Unione Europea), provocherebbe delle distorsioni nel funzionamento del mercato e lo spostamento delle transazioni su piazze finanziarie non tassate e più appetibili, accrescendo di fatto la speculazione invece di scoraggiarla. Inoltre, è molto discussa la possibilità che riesca efficacemente a colpire i movimenti finanziari sui derivati prettamente speculativi che avvengono in tempi rapidissimi.