TOCCO
. Musica. - Per quanto l'arte del tocco possa avere importanza nella tecnica organistica, tuttavia, intesa nel suo vero senso di arte del "timbro", essa riguarda esclusivamente il pianoforte. In questo strumento infatti, la qualità del timbro viene determinata al momento preciso dell'emissione del suono e dipende dall'intensità con la quale il martello percuote la corda. Secondo questa maggiore o minore intensità, variano in corrispondenza i suoni armonici sviluppati dall'atto della percussione e conseguentemente si modifica il colore del suono, il quale può così assumere gradazioni infinite. Qualora si rifletta che - diversamente da quanto accade negli strumenti ad arco, ove questo permette di sostenere indefinitamente il suono e di variarne quindi perennemente il timbro - nel pianoforte non si può invece modificare il colore ad emissione avvenuta, si comprende allora tutta l'enorme importanza che ha nell'esecuzione pianistica quest'arte del tocco, specialmente nei riguardi del cantabile. I primi principî dell'arte del tocco si trovano nel celebre libro di C.F. Emanuele Bach, Versuch Über die wahre Art das Klavier zu spielen (1759). Beethoven raccomandava di eseguire gli adagi con le dita "strettamente aderenti alla tastiera". Thalberg - incomparabile maestro di bel canto pianistico - preconizzava per la melodia un tocco a un tempo dolce e nervoso e consigliava, lui pure, che il dito rimanesse il più possibile vicino al tasto. Quanto a Chopin, la sua sensibilità era tale che egli trascorreva talvolta un'intera lezione a far ripetere la medesima nota al discepolo con cento sonorità diverse.
Le esigenze della tecnica impressionistica (Debussy, ecc.) e la costruzione sempre più perfetta del pianoforte, hanno portato l'arte odierna del tocco a un grado di altissima raffinatezza, il quale assicura al pianoforte una nuova attualità e un rinnovato universale interesse.