Browning, Tod (propr. Charles Albert Tod)
Regista cinematografico statunitense, nato a Louisville (Kentucky) il 12 luglio 1882 e morto a Hollywood il 6 ottobre 1962. Nel cinema statunitense degli anni Venti e Trenta quella di B. fu una presenza decisamente anomala: il suo cinema ruotò infatti, in modo ossessivo, intorno ai temi del soprannaturale e del mostruoso. Nei suoi film, frettolosamente catalogati come horror, queste ossessioni si esplicitano intorno a personaggi tenuti al margine, perché segnati nell'aspetto da gravi menomazioni fisiche. La mutilazione/menomazione, sottoponendo a dura critica i canoni estetici hollywoodiani, diviene da un lato una trasparente metafora dell'impotenza sessuale (per es. in The unknown, 1927, Lo sconosciuto), e dall'altro la legittimazione della rabbia dell'emarginato e del conseguente desiderio di vendetta. Tali elementi ‒ la sessualità repressa, l'umanità dei diversi ‒ troveranno il loro più compiuto sviluppo nei suoi due film più celebri, Dracula (1931) e Freaks (1932).
Non ancora ventenne, B. abbandonò la famiglia per unirsi a un circo ambulante, facendo esperienza del pittoresco mondo degli spettacoli itineranti, destinato a giocare un ruolo fondamentale nel suo cinema. Grazie alla sua apprezzata partecipazione a The whirl of mirth, spettacolo di vaudeville e burlesque, B. venne presentato a David W. Griffith. Fu per questo incontro che nel 1913 approdò a Hollywood, dove interpretò per la Komic una cinquantina di cortometraggi comici. Nel 1914 Griffith lo incluse tra i suoi assistenti per un cortometraggio, che diverrà poi l'episodio moderno di Intolerance (1916, in cui B. compare anche come interprete). All'inizio del 1915, passò alla Reliance-Majestic, presso la quale venne promosso alla regia. Dopo aver girato cortometraggi comici, drammatici e una detective story (The mistery of the leaping fish, 1916, con Douglas Fairbanks), a causa di un incidente lavorò per un periodo per la Triangle solo come soggettista, esperienza fondamentale per lo sviluppo della sua attività di regista, in quanto riuscì a mettere a fuoco i suoi temi prediletti. Con il suo primo lungometraggio Jim Bludso (1917), di cui firmò regia e scenario, ottenne il riconoscimento della critica. Influenzato artisticamente da Griffith, ne riprese alcune tematiche, concentrandosi sui personaggi femminili, volitivi e anticonformisti, sempre protagonisti in ben 25 film della Metro Goldwin Mayer (tra questi The jury of fate, 1917; The eyes of mystery e The legion of death, entrambi del 1918). Passato alla Universal con una consolidata fama di regista 'di donne', e appoggiato dal produttore Irving Thalberg, B. diresse fra gli altri l'avventuroso ed esotico The virgin of Stamboul (1920; La vergine di Stamboul), Outside the law (1921; Il fuorilegge) e Drifting (1923; La perduta di Shangai). Dopo anni di difficoltà, ritrovò Thalberg, divenuto produttore alla MGM, che gli permise di entrare nella fase migliore della sua carriera. Poté così raccontare storie torbide e conturbanti, per lo più interpretate da uno dei divi dell'epoca, Lon Chaney, in film come The unholy three (1925; I tre) e The blackbird (1926; Il corvo), The un-known e West of Zanzibar (1928; La serpe di Zanzibar), ritagliandosi uno spazio nel cinema hollywoodiano quale autore di film solitamente definiti dalla critica bizzarri e morbosi. L'insuccesso di The thirteenth chair (1930; La tredicesima sedia), suo primo film sonoro, e la nuova tendenza produttiva della MGM spinsero B. a ritornare alla Universal, che aveva in cantiere la versione cinematografica del Dracula di B. Stoker. Gli venne così affidata la regia del film e il primo Dracula della storia hollywoodiana delineò il vampiro come un irresistibile seduttore, le cui aggressioni verso le vittime assumono di fatto la forma di un voluttuoso abbraccio, trasformandolo in un personaggio sensuale, molto più erotico che spaventoso, capace di insidiare la virtuosa e virginale immagine femminile dell'epoca vittoriana. Le travagliate vicende delle riprese (alcune scene furono girate dall'assistente Karl Freund), le pressioni produttive per soluzioni a basso costo e le trasformazioni imposte al personaggio del Conte (interpretato da Bela Lugosi), spinsero B. a ritornare alla MGM, per la quale realizzò, nel 1932, un film stravagante e unico nella storia del cinema, Freaks. Egli radunò negli studi l'universo dei cosiddetti fenomeni da baraccone (gemelli siamesi, creature senza mani né braccia, ermafroditi, donne barbute, ragazze dalla testa a punta), che risulta osservato e descritto nella sua opera con grande rispetto, sottolineando su quali principi di armonia e mutuo soccorso si basa questa comunità. Ribaltando luoghi comuni e convenzioni, B. dimostrò che la vera mostruosità risiede altrove, in questo caso nei diabolici, perfidi piani architettati dagli unici due membri del circo fisicamente integri, che mortificano la propria natura umana rivelandosi creature brutali e immorali. L'insuccesso del film, lo scandalo e le controversie che suscitò anticiparono il declino di B., che prima di ritirarsi girò ancora due film di grande interesse, Mark of the vampire (1935; I vampiri di Praga), remake sonoro di uno dei suoi successi del muto, e The devil doll (1936; La bambola del diavolo), con Lionel Barrymore nella parte di uno stregonesco personaggio travestito da donna.
D.J. Skal, The monster show, New York 1993, ad indicem (trad. it. Milano 1998); L. Gandini, Tod Browning, Milano 1996.